Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Le mani della 'Ndrangheta sul litorale sud di Roma: 65 arresti. Coinvolti anche due carabinieri - FOTO

Trentanove persone sono finite in carcere, 26 agli arresti domiciliari in un maxiblitz condotto dai carabinieri del Comando provinciale di Roma, con l’ausilio dei Comandi provinciali di Reggio Calabria, Latina, Rieti, Viterbo e dello Squadrone "Cacciatori Calabria": le accuse, a vario titolo, sono associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, cessione e detenzione ai fini di spaccio, estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso. Nel corso delle indagini, avviate nel 2018 dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma con il coordinamento della DDA della Procura capitolina, sono stati raccolti elementi in ordine all’esistenza, nell’ambito della 'ndrangheta, di una articolazione operante sul territorio di Anzio e Nettuno (denominata locale di Anzio e Nettuno, "distaccamento" dal locale di Santa Cristina d’Aspromonte, ma composto in gran parte anche da soggetti appartenenti a famiglie di 'ndrangheta originarie di Guardavalle).

I clan della 'Ndrangheta puntavano a "colonizzare" il litorale romano, e per farlo sfruttavano la loro consolidata capacità di importare ingenti quantitativi di cocaina dal Sud America, per poi infiltrarsi nelle amministrazioni locali attraverso la gestione e il controllo di attività economiche nei più svariati settori, da quello ittico alla gestione e smaltimento dei rifiuti. Questo è emerso dalle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma che hanno ricostruito, fra l’altro, l’importazione di 258 chili di cocaina avvenuta nella primavera 2018, tramite un narcotrafficante colombiano, disciolta nel carbone e poi estratta all’interno di un laboratorio allestito a sud della Capitale. Parte della droga, circa 15 chili, è stata trovata in una valigia che era stata nascosta nell’abitazione della sorella di uno degli appartenenti al gruppo criminale.

La 'Ndrina pronta ad acquistare da Panama circa 500 kg di cocaina

La 'Ndrina aveva anche in progetto di acquistare e importare da Panama circa 500 chili di cocaina nascosti a bordo di un veliero che in origine veniva utilizzato per regate transoceaniche. L’operazione è però saltata quando gli arrestati sono venuti a conoscenza di indagini proprio nei loro confronti. A capo dell’organizzazione - un distaccamento dalla 'Ndrina di Santa Cristina d’Aspromonte, Reggio Calabria - c'è Giacomo Madaffari e nel gruppo criminale ci sono diversi appartenenti alle cosche originarie di Guardavalle, Catanzaro. Tra queste i Gallace, i Perronace e i Tedesco. Dalle indagini emerge infatti l’esistenza di due associazioni finalizzate al narcotraffico, una capeggiata da Giacomo Madaffari, l’altra da Bruno Gallace, dotate di elevate disponibilità finanziarie e logistiche, nonché delle capacità di approvvigionare e importare dal Sud America ingenti quantitativi di cocaina.

Il ruolo di Giacomo Madaffari

«L'intera indagine della Dda ha delineato il ruolo apicale ricoperto da Giacomo Madaffari, a capo del locale di 'Ndrangheta da molti anni e promotore dell’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti», scrive il gip di Roma Livio Sabatini in relazione alla posizione di Giacomo Madaffari considerato tra i vertici della cosca. «La disamina degli elementi probatori contenuti nei capi ascritti a Madaffari ha rivelato, da un lato, una formidabile capacità direttiva e di controllo del territorio e, dall’altra, l’abilità nell’evitare contatti diretti con i sodali - si legge nelle carte -. La custodia cautelare in carcere è l’unica misura adeguata per il perseguimento di tutte le esigenze cautelari (incluso il pericolo di fuga potendo Giacomo Madaffari contare su numerose conoscenze criminali in Calabria), presidio cautelare indispensabile, in concreto, in ragione della caratura criminale dell’indagato».

Arrestati anche due carabinieri

Ci sono anche due carabinieri tra le persone arrestate. I due sono accusati di avere fornito informazioni riservate agli appartenenti al clan. Sono stati raggiunti da misura cautelare, uno in carcere e l’altro ai domiciliari. A uno dei due militari è contestato anche il concorso esterno in associazione mafiosa.

Perquisizioni in uffici comuni Anzio e Nettuno

Sono in corso perquisizioni da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma negli uffici comunali di Anzio e Nettuno, centri del litorale romano, nell’ambito dell’indagine che ha portato oggi all’arresto di 65 persone (39 in carcere e 26 ai domiciliari) e relativa ad una locale struttura 'ndranghetista. Le perquisizioni puntano ad acquisire elementi sull'infiltrazione dell’organizzazione nelle due amministrazioni e in particolare sull'attività legata allo smaltimento dei rifiuti. Nei confronti degli indagati si contestano, a seconda delle posizioni, le accuse di associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti aggravata dal metodo mafioso. I pm della Dda, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestino e Ilaria Calò, indagano anche per estorsione aggravata e detenzione illegale di arma da fuoco, fittizia intestazione di beni e attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti aggravato dal metodo mafioso.

Il ruolo della 'ndrangheta alle elezioni comunali di Anzio del 2018

«Ieri sera abbiamo vinto le elezioni». E’ una delle intercettazioni citate dal gip di Roma nella parte dell’ordinanza con cui ha disposto 65 misure cautelari relativa al sostegno elettorale del gruppo criminale 'ndranghetista attivo ad Anzio. Il riferimento è alla tornata per le elezioni amministrative del 2018 quando a vincere fu Candido De Angelis (non indagato nel procedimento ndr). «Il sostegno si è concentrato nella località denominata Falasche, corrispondenti alle sezioni 15-16-17 del comune di Anzio», scrive il gip Livio Sabatini.

"Sto vedendo di rimediare qualche voto", afferma uno degli indagati intercettato dai carabinieri. Il giorno dopo la
vittoria di De Angelis vengono captate "tre conversazioni di eccezionale valore probatorio rivelatrici del sostegno offerto dalle famiglie calabresi in favore di De Angelis" sottolinea il gip. "Ha sbancato proprio su tutti"; "Io so qui alle Falasche ancora. Da ieri che sto qua, stiamo spogliando l’ultimo seggio"; "Candido è il sindaco, ha vinto e basta!".

 

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia