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La tragedia di Paola: le quattro vittime asfissiate dal mosto. Fuori pericolo la nipote

Il dramma in pochi istanti durante il travaso dalle vasche, poste sotto il livello della strada, alle botti

Una fine terribile. Quattro persone sono morte nella cisterna dove era stato posto a fermentare il vino. Una è invece rimasta intossicata dopo aver respirato le esalazioni tossiche del mosto. I locali, a quanto pare, non erano stati areati a sufficienza. È accaduto attorno alle 12 di ieri mattina, a San Miceli, popoloso quartiere rurale posto a nord della città. Quella che doveva essere una giornata di festa con le ultime attività per la preparazione del vino si è trasformata invece in una tragedia familiare. Dalle prime ricostruzioni dell’accaduto alcuni componenti di due famiglie di Paola e Fuscaldo erano intenti a travasare il mosto da una vasca posta sotto il livello della strada in alcune botti. Uno di loro sarebbe stato stordito dalle esalazioni e vi sarebbe caduto dentro, gli altri per cercare di soccorrerlo si sono calati nella vasca. Per loro non c’è stato purtroppo nulla da fare. Sono stati inghiottiti dal tino. Le vittime sono i fratelli Valerio e Giacomo Scofano rispettivamente di 50 e 70 anni, Santino e Massimo Carnevale, padre e figlio di 70 e 45 anni. Una quinta persona, una nipote dei due fratelli Scofano, di 36 anni, rinvenuta sempre nel magazzino è invece stata portata in ospedale. Dopo le cure del caso dei sanitari è stata poi dichiarata fuori pericolo.
Terribile la scena che si è presentata agli occhi dei primi soccorritori giunti sul posto. Le squadre dei vigili del fuoco del comando di Cosenza, distaccamenti di Paola e Rende, intervenute a seguito di una segnalazione hanno rinvenuto all'interno del magazzino privato adibito a locale per la produzione di vino e nelle adiacenze, cinque persone a terra, quattro già decedute mentre una quinta era priva di conoscenza. Sul posto sono poi giunti in sequenza il 118, due elisoccorsi e i Carabinieri della Compagnia di Paola per gli adempimenti di competenza. Tre delle vittime erano all'interno del locale dove è posta la vasca di fermentazione dell’uva macinata mentre la quarta in prossimità della vasca di raccolta del mosto. Stava forse cercando di mettersi in salvo. Sul posto anche una squadra di Nbcr dei Vigili del fuoco per capire il tipo di sostanze tossiche sprigionate dalla vasca. Il procuratore di Paola, Pierpaolo Bruni, ha disposto un’indagine. L’ipotesi che prevale è che il locale nel quale le quattro vittime stavano preparando il vino non fosse sufficientemente arieggiato. Sul posto si è recato il pm Antonio Lepre. L’inchiesta è affidata ai Carabinieri della Compagnia di Paola guidati dal nuovo comandante Marco Pedullà. Una delle vittime, Valerio Scofano, era posto al regime di arresti domiciliari in quanto accusato di stalking.

All’origine di quanto accaduto vi sarebbe stata, a quanto si è appreso una, superficialità. La fermentazione tumultuosa del mosto ottenuto dalle uve produce difatti notevoli quantità di anidride carbonica che, se non allontanate, possono determinare rilevante inquinamento in locali chiusi. Dal Santuario di Paola i frati Minimi si sono uniti al lutto che ha colpito Paola e Fuscaldo. Così come il senatore Ernesto Magorno e il sindaco di Paola, Roberto Perrotta, che è giunto sul posto.

«Quella accaduta a Paola è l'ennesima tragedia del lavoro. Non basta più l'indignazione, vanno subito attuati concretamente tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per agire con più formazione, prevenzione e controlli». È la considerazione del segretario generale della Fai Cisl, Onofrio Rota.

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