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Cas di Nicotera a rischio chiusura, sit-in di protesta di lavoratori e migranti - Foto

Torna a scoppiare il caso migranti in provincia di Vibo Valentia. Riemergono storie di uomini e donne che da anni vivono in una precaria di condizione di vita. Si nutrono, si alimentano, stanno relativamente bene, ma è come se vivessero in un tunnel senza via d’uscita, poiché lasciati dallo Stato fermi senza avere i permessi di soggiorno e senza avere la possibilità di potersi spostare, eventualmente, altri lidi.

E’ il caso degli 88 migranti che stazionano nel centro CAS di Nicotera, un centro di accoglienza che rischia presto lo svuotamento. Un centro gestito dall’associazione “Acuarinto” di Agrigento e diretto dall’architetto vibonese Massimo Morelli nel quale lavorano 25 operatori, dei quali 18 assunti a tempo indeterminato, mentre gli altri 7 collaborano con regolari contratti a tempo determinato.

CAS a rischio chiusura perché sostanzialmente la “Acuarinto” non è stata vincitrice della nuova gara emessa dalla Prefettura di Vibo quale stazione appaltante con un bando suddiviso in tre lotti. L’associazione che opera a Nicotera ha partecipato solo al terzo lotto e, dopo non essere risultata vincitrice, ha impugnato il provvedimento al TAR Calabria. Fra poco giorni, il 24 febbraio, i migranti saranno ricollocati ed è per questa ragione che stamattina lavoratori, insieme ai migranti stessi, hanno realizzato un sit-in di protesta.

il direttore del CAS Massimo Morelli ed il segretario regionale della FISASCAT Cisl, Fortunato Lo Papa, chiedono al prefetto Zito l’opportunità di aspettare la sentenza definitiva del TAR. Al terzo lotto, relativo al bando di gara del 12 aprile del 2019, ha partecipato anche Acuarinto che, dopo essere stata esclusa, ha impugnato il provvedimento al TAR Calabria. Sostanzialmente i lavoratori “lamentano il fatto che la Prefettura di Vibo, nonostante sia in essere un provvedimento cautelare provvisorio del TAR che sospende l’assegnazione del lotto 3, ha paventato l’ipotesi di svuotare il CAS per procedere all’assegnazione dei nostri beneficiari, procedendo a ripartirli tra i lotti 1 e 2 previsti dal bando di gara tra l’altro già scaduto”.

A dare sostegno ai lavoratori (praticamente tutti residenti nei comuni di Nicotera e Limbadi) anche il sindaco di Nicotera Giuseppe Marasco

Dopo un paio d’ore di proteste pacifiche, è stato Lo Papa, dopo aver interloquito con il viceprefetto vicario Eugenio Pitaro, a comunicare a lavoratori e migranti che il prefetto Francesco Zito (oggi assente) riceverà i rappresentanti di Acuarinto mercoledì 19 febbraio alle ore 15:00.

Durissimo il commento dello stesso Lo Papa della Fisascat CISL: «Vogliamo parlare con il prefetto e mercoledì gli diremo – rivolgendosi a lavoratori e migranti – che non siete dei mobili, non siete dei pacchi, non siete merce di scambio».

Ma il viceprefetto vicario Eugenio Pitaro ha precisato: «La Prefettura come stazione appaltante ha bandito una gara ed è stata espletata secondo norma. Il bando prevedeva tre lotti ed i lotti 1 e 2 non hanno subito impugnative, mentre per il lotto 3 ancora c’è una coda di impugnativa che ha comportato la sospensione della convenzione relativa al lotto 3 e pertanto il prefetto ha comunicato che da giorno 24 febbraio inizierà, come è dev’essere per legge quando una gara si conclude, la ricollocazione dei migranti nelle strutture che stanno espletando il servizio e che dovranno essere pagate fino alla fine dell’espletamento del servizio stesso. I bandi – ha proseguito – sono di evidenza pubblica e bisogna dare a chiunque la possibilità di partecipare, c’è una commissione di gara e noi dobbiamo seguire la norma».

Al dì la della natura giuridica del problema e delle possibili conseguenze anche occupazionali per i lavoratori, resta per un dato di fatto sollevato, peraltro, da Rachid, migrante del Togo, che ribadisce, nonostante i migranti vivano bene a Nicotera, il proprio stato di malessere: «Noi non vogliamo essere sempre spostati da un posto all’altro, noi siamo per avere almeno i documenti per essere i liberi ed i continui trasferimenti non hanno mai portato nulla di buono. Oggi qui fra di noi ci sono ragazzi che sono già da sei anni qui in Italia ed in Calabria senza documenti. Prima di andare via da Nicotera vogliamo i permessi di soggiorno, non vogliamo essere trasferiti»

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