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Da area degradata a riserva naturale, un progetto per la foce del Mesima a Vibo Valentia

Una riserva naturale protetta da realizzare alla foce del Mesima per liberare tutta l’area dagli atavici problemi e trasformarla in un’oasi naturalistica in cui piante, animali e uomini possano respirare a pieni polmoni in un contesto libero dallo sporco e dal degrado.

L’iter del progetto sarà avviato mediante una proposta di legge regionale elaborata dal Wwf di Vibo Valentia e ispirata – e questo è un aspetto da rimarcare – da una giovane biologa nicoterese da anni attenta osservatrice di quanto succede al confine tra le province di Vibo e quella di Reggio Calabria. Si chiama Jasmine De Marco e vive in città. Da quasi un lustro studia l’ambiente attraversato dal Mesima, raccoglie informazioni; immortala, con scatti degni di un professionista, animali e piante; cerca in tutti i modi il sostegno di enti, associazioni e cittadini perché in testa ha un’idea fissa: trasformare un’area soggetta a totale degrado in una riserva naturale con una precisa identità e una nuova dignità ecologica.

Nei mesi scorsi, Jasmine ha, finalmente, bussato alla porta giusta: quella del Wwf di Vibo, i cui responsabili si sono fatti subito contagiare dal suo entusiasmo. L’avv. Angelo Calzone, responsabile dell’organizzazione, e Pino Paolillo, coordinatore scientifico per la parte naturalistica, hanno subito manifestato interesse per il suo racconto e non hanno esitato ad offrirle il sostegno necessario per cullare il suo sogno. Non sarà un lavoro facile, ma la scommessa è fatta. In tutti i protagonisti dell’iniziativa c’è, in verità, la netta consapevolezza che per dar corpo alle idee di Jasmine le difficoltà da superare non saranno poche.

L’area del Mesima è una delle più degradate del litorale tirrenico. L’inquinamento tocca livelli alti perché dopo decenni di proteste e di lotte, gli enti preposti si sono ben guardati dal risolvere i problemi dei tanti comuni che scaricano i loro liquami nel fiume. Non si è data nessuna soluzione neppure allo scarico delle acque reflue provenienti dalle attività agricole, col loro carico di sostanze organiche e inorganiche. Nel contesto delineato dalla giovane biologa non manca il riferimento ai rifiuti sparsi dappertutto, ai guasti provocati dai cacciatori, al terreno sottratto all’alveo fluviale.

«La consapevolezza dei problemi – sostengono Calzone e Paolillo – non solo non deve condannare il fiume ad un eterno degrado e abbandono, ma semmai deve spingere chi ha veramente a cuore le sorti della propria terra, a fare di tutto per cercare di cambiare le cose, rifiutando gli atteggiamenti fin troppo diffusi della rassegnazione e del disinteresse».

I presupposti perché le idee di Jasmine si trasformino in fatti concreti ci sono tutti. La proposta di legge che prevede la creazione di un’oasi naturalistica che si estenda da Nicotera sino a Rosarno sarà depositata domani mattina dal Wwf. Poi, toccherà alla politica e alle comunità nicoterese e rosarnese fare in modo, col loro impegno, «che il sogno di una ragazza innamorata dei tramonti sull’acqua possa un giorno non lontano diventare una realtà migliore per tutti».

L’obiettivo è creare un’oasi

La proposta di legge del Wwf sarà depositata domani mattina. Poi, toccherà alla politica e ai cittadini fare in modo «che il sogno di una ragazza innamorata dei tramonti sull’acqua – rimarcano Calzone e Paolillo - possa diventare una realtà migliore per tutti».

Il Mesima è da anni al centro dell’attenzione. Regione e Comuni di Nicotera, Candidoni, Rosarno e San Ferdinando cercano, ogni anno, di porre un argine al degradante fenomeno, ma con risultati inefficaci.

Il progetto del Wwf mira a creare un’oasi con presenza di piante amanti della sabbia, nonché di aironi, garzette, gabbiani, anatre e beccacce di mare; tutte immagini già immortalate da Jasmine.

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