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'Ndrangheta, condanne confermate per le cosche Gallace di Guardavalle e Gallelli di Badolato - Nomi e foto

Regge anche in appello l'impianto accusatorio costruito dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro nell'inchiesta “Itaca Free Boat” che nel luglio 2013 ha spazzato parte della cosca Gallace di Guardavalle e del clan federato dei Gallelli di Badolato, interrompendo la catena di estorsioni, traffici di droga e armi e infiltrazioni in appalti ed enti pubblici del basso Jonio catanzarese.

Ieri la Corte d'appello del capoluogo (presidente De Franco, a latere Bianchi e Luzzo) ha confermato la sentenza di condanna di primo grado nei confronti di undici imputati, assolvendo invece perché il fatto non sussiste Domenico Tedesco (difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Vincenzo Cicino); in primo grado era stato condannato a sei anni di reclusione e al pagamento di 26mila euro di multa.

Confermate, dunque, le condanne per associazione mafiosa, estorsione e traffico d'armi e droga emesse in primo grado dal Tribunale collegiale, a ottobre 2017, nei confronti di Alfredo Beniamino Ammiragli, 7 anni di reclusione e seimila euro di multa; Antonino Belnome (collaboratore di giustizia), 2 anni e quattro mesi; Giuseppe Compagnone, 4 anni e 1.400 euro; Vincenzo Gallace, 20 anni; Andrea Gallelli, 2 anni e sei mesi, 4mila euro; Vincenzo Gallelli, 15 anni; Maurizio Gallelli, 16 anni; Gianfranco Gregorace, 8 anni e settemila euro; Nicola Romeo Arena, 9 mesi e pena sospesa; Antonio Saraco, 10 anni e 9mila euro; Vittorio Tucci, 4 anni e 15mila euro. La Corte ha anche ordinato il sequestro preventivo dei beni intestati ad alcuni parenti di Saraco disposto con tre ordinanze emesse dal Tribunale di Catanzaro nel 2016.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud in edicola, edizione di Catanzaro

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