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Omicidio Ruggiero, 30 anni a Grande Aracri. Sentenza ribaltata per il delitto Bruno: da ergastolo ad assoluzione - Nomi e foto

Condanna a trent’anni confermata per il boss di Cutro e assoluzioni per gli altri quattro imputati. Così si è concluso ieri il processo d’appello bis per gli omicidi Ruggiero e Bruno, scaturito dall’operazione “Filottete” messa a segno nel 2013 contro la cosca Comberiati di Petilia Policastro.

I giudici della Corte di Cassazione, l’1 dicembre 2017, avevano annullato con rinvio le condanne a 30 anni di reclusione ciascuno che erano state inflitte al boss di Cutro Nicolino Grande Aracri (58 anni) e a Giuseppe Grano (52 anni di Mesoraca) per l’omicidio di Rosario Ruggiero (assassinato a Cutro il 24 giugno 1992).

Ed identica decisione avevano assunto per le condanne che erano state decise nel primo processo d’appello, per Vincenzo Comberiati (62 anni), suo figlio Pietro (37 anni) e per Salvatore Comberiati (classe 1966), relativamente all’omicidio di Francesco Bruno (assassinato a Mesoraca, il 2 dicembre 2007).

Ieri il collegio di secondo grado presieduto da Cosentino (consigliere Commodaro), ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Nicolino Grande Aracri, riconosciuto colpevole dai giudici per l’omicidio Ruggiero.

Assolto invece Giuseppe Grano ed assolti a loro volta «per non aver commesso il fatto anche Vincenzo, Salvatore (del ‘66) e Pietro Comberiati che sono stati riprocessati in appello per l’agguato mortale a Francesco Bruno.

In primo grado vennero condannati all’ergastolo Vincenzo Comberiati, suo figlio Pietro Comberiati e Salvatore Comberiati, fratello del capo cosca. Il boss di Cutro Nicolino Grande Aracri e Giuseppe Grano vennero condannati in primo grado a 30 anni di reclusione ciascuno.

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