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L'antico organo a canne
è tornato a Magli

Eccolo l’antico e maestoso organo a canne. E’ tornato a casa, nella chiesa di S. Elia  profeta a Magli. Siamo nella fase complessa ed affascinante del montaggio in una delle navate dell’edifico sacro. Roberto e Marco Esposito, i maestri restauratori, da ore al lavoro. Sarà necessario  attendere, però, il fine settimana per poter ammirare l’opera in tutta la sua bellezza. “E’ un pezzo unico, il cui valore è inestimabile” – ha detto Roberto Esposito, che, meticolosamente armeggia  con tastiera, corde, pedaliera. Oggi uno strumento così   con le stesse caratteristiche- si apprende-  costerebbe  circa 110mila euro. L’organo   di Magli  risale ai primi del ‘900 ed è composto da 400 canne. Porta la firma prestigiosa di Eduardo Picardi ed è uno dei pochissimi  strumenti dell’epoca  “rimasti intatti”. Particolare che- precisa l’esperto –  lo rende  un “gioiello raro”. Quasi cento anni fa, erano gli anni ’20, Filippo Baldino spese una fortuna (circa 1600 lire) donando l’organo a quella chiesa  su cui s’affacciava la sua casa. Il primo a suonarlo fu un ragazzo dello stesso vicinato, Elia Granata. A lungo  le note solenni  accompagnarono  le celebrazioni religiose:  le feste patronali, le nozze, i battesimi, i funerali. Poi la colonna sonora della comunità cambiò e l’antico organo fu sostituito dalle moderne chitarre. Sulle canne  la polvere del tempo.  E’ stato  Don Franco Greco, parroco di Trenta (di cui fa parte la comunità di Magli) a volere che  l’organo tornasse a vivere. L’intervento di restauro è durato quasi due anni ed è stato possibile grazie ai fondi dell’otto per mille. L’emozione è forte nella chiesa in cima alla collina. Ad accogliere l’organo monumentale Eugenio Vecchio, cresciuto tra le navate, i suoi figli, due ragazzi che hanno seguito le orme del padre, Luigi e Armando. Patrizia Coscarelli, Aurelio Carravetta, Concetta Carravetta ed Emilia Coscarelli, quest’ultima, giovane mamma ha portato con sé i bambini. Intanto la voce si è sparsa e alla spicciolata arrivano gli altri per ammirare l’organo a canne, motivo d’orgoglio per l’intero territorio.

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