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Cosa fare a Ferragosto in Calabria: ecco cinque mete da non perdere tra mare, montagna e natura

Alla scoperta di cinque luoghi dove trascorrere il giorno di Ferragosto o questi giorni di "ponte" che anticipano il giorno più "caldo" dell'estate

Il 15 agosto, per tutti Ferragosto, si avvicina e quest'anno la data più "sensibile" dell'estate offre la possibilità di provare a godersi qualche giorno di relax anche per chi magari non è in ferie. Sì perché cadendo di martedì c'è la possibilità di provare a fare un bel ponte e trascorrere qualche giorno lontano dai ritmi forsennati della routine. Ci sono in ballo ben 4 giorni per provare a rilassarsi con una minivacanza sfruttando il weekend e il lunedì 14 come giornata di ponte. In questo articolo, al di là di chi potrà permettersi qualche giorno in più di stacco, vi proponiamo cinque cose da fare in Calabria nel giorno di Ferragosto.

Viaggio nel Pollino: escursione sul Dolcedorme, la vetta più alta della Calabria (foto e testi tratti da isentieridelpollino.it)

Il Serra Dolcedorme è la vetta più alta della Calabria e dell’intero Arco Appenninico Meridionale con i suoi 2267 metri di quota s.l.m.. Fa parte dell’area del Massiccio del Pollino, è parte fondamentale del parco e compreso, per intero, sul lato calabrese dell’area. Fare un escursione sul Dolcedorme comporta fatica, sudore e passione e bisogna avere un minimo di esperienza, ma ci sono vari percorsi disponibili anche per chi è alle prime armi.

Direttissima Dolcedorme Gola del Turbine

Escursione faticosa (circa 1400m di dislivello) e a tratti esposta ma che garantisce panorami mozzafiato. Tra i più belli e suggestivi itinerari del Parco del Pollino calabrese è però, riservata ad escursionisti esperti ed allenati. Partenza da Valle Piana (900 mt. s.l.m.) raggiungibile, eventualmente, solo con fuoristrada. Per chi non avesse un mezzo robusto la partenza è prevista dal sottopasso dell'autostrada (700 mt. s.l.m. – via Fauciglio Castrovillari); procedere per la sterrata che porta a monte e dirigersi verso Valle Piana. Da qui si procede percorrendo un evidente sentiero (traccia CAI) che, dopo circa 1 km, arriva ad un bivio. La diramazione di sinistra porta al Varco del Pollinello (1.700 mt. s.l.m.), quella di destra al passo di Valle Cupa (1.317 mt. s.l.m.). Si procede verso destra giungendo su di una selletta. Da lì, senza percorso obbligato, si prende il cosiddetto Crestone dei Loricati (la cresta Sud del Dolcedorme). La cresta è piuttosto ripida, offre passaggi su roccia a tratti esposti. Questo è un percorso alpinistico a tutti gli effetti e presenta difficoltà quali la lunghezza, dislivello e la morfologia del terreno.

Raggiunto un tratto erboso dal quale si può ammirare l'imponenza dell'anfiteatro formato dalle pareti di vetta del Dolcedorme, si continua sulla cresta per un altro breve tratto e, successivamente, si procede in diagonale su di un ripido prato (presenza di bellissimi pini loricati) fino a raggiungere un ghiaione. Si imbocca un ripido canalone che diventa sempre più stretto fino a culminare in uno strettissimo e ripidissimo passaggio tra due pareti quasi verticali, la Gola del Turbine. Giunti in cresta, si procedere per un ultimo breve tratto per arrivare in vetta al Dolcedorme.

Le cascate Forgiarelle

Uno dei luoghi più interni di tutto l’Aspromonte. Siamo nel cuore selvaggio del Parco, lontani da tutto e da tutti.
Le Cascate Forgiarelle sono una destinazione particolare, immersa in una zona di riserva integrale (zona A). Già raggiungere l’inizio del trekking ci fa capire che ci stiamo addentrando nella montagna, per poi partire a piedi in un viaggio tra querce secolari, torrenti, caselli forestali di fortuna e soprattutto natura incontaminata.
Siamo nel cuore delle foreste demaniali aspromontane, protette dall’ex Corpo Forestale dello Stato (oggi Carabinieri Forestali) già dagli anni ‘70. L’itinerario lambisce quasi anche la zona che ospita un sito UNESCO riconosciuto di grande importanza, ovvero la faggeta di Valle Infernale. Sempre in zona, ma in una località segreta, vegeta Demetra, che con i suoi stimati quasi 1000 anni è la quercia datata più antica del pianeta, che l’Aspromonte ancora oggi custodisce. Il percorso ad anello è di media difficoltà, ma la vista delle cascate ripaga sicuramente la fatica. Si può accedere da Canovai, facendo richiesta ai Carabinieri Forestali oppure a piedi da diversi sentieri ed in questo caso, vista la complessità e soprattutto la delicatezza dei luoghi, consigliamo vivamente di affidarsi ad una Guida.

Il Museo Fabbrica d'Armi Reali Ferriere Borboniche

In epoca preistorica e protostorica, popolazioni attratte da un ambiente ricco di risorse naturali, hanno popolato queste contrade.Lo dimostrano le ricerche nel  territorio, seppur non complete,  intraprese negli ultimi anni, al fine di  colmare la lacuna esistente tra le indagini nei centri antichi costieri e i luoghi posti più all’interno. Plinio il Vecchio, scrittore di epoca romana,  identifica con il nome Sila, le foreste calabresi che vanno dall’istmo di S.Eufemia fino allo stretto di Messina, includendo, quindi, anche le Serre. L’intervento di valorizzazione della Fabbrica d’Armi e delle Reali Ferriere di Mongiana ha lo scopo di realizzare un modello avanzato di fruizione, valorizzazione e gestione di un bene architettonico e culturale e dell’area circostante, capace di rafforzare i fattori di competitività dell'intera area e promuovere nuovi flussi turistici. L’attenzione viene posta sul tema del turismo culturale e sulle nuove modalità di offerta delle informazioni al turista, risorse molto importanti per lo sviluppo sostenibile del territorio. Durante gli scavi nella fonderia sono venutialla luce qualche anno fa i resti dei tre altiforni (Santa Barbara, San Ferdinando e San Francesco).

Le grotte di San Gregorio

Percorrendo la SS. 106 per circa 10 chilometri da Catanzaro Lido direzione sud, si arriva in località Caminia, qui si lascia la macchina e si scende in spiaggia proseguendo poi in direzione nord fino ad incontrare gli scogli di Torre del Palombaro, dove si trova la Grotta di San Gregorio. La grotta è composta di due entrate comunicanti con uno sviluppo di circa 80 metri ed è visitabile da tutti, grazie al suo comodo accesso e alle sue dimensioni (2,3). La sua attuale quota è di circa 2.00 m. sopra il livello del mare dal quale dista pochi metri. Particolari sono le dimensioni dell’entrata principale, porta grande, nonché il suo interno; percorsi pochi metri, dopo aver visitato le due salette interne, si può uscire nuovamente sulla spiaggia dalla porta piccola, oppure inoltrarsi fino a raggiungere un muro a secco costruito dall’Esercito Italiano durante la prima Guerra Mondiale per evitare che il nemico minasse la galleria ferroviaria, raggiungibile attraverso la frattura tettonica che si estende verso l’alto. Per molti anni, circa 30, l’accesso alla grotta era possibile solo via mare o per i più esperti arrampicandosi sulla roccia. Recentemente, grazie ad un naturale ripascimento di sabbia e
ghiaia, avvenuto nella primavera del 2013, è stato ripristinato il collegamento via terra con la spiaggia di Caminia. Alcune testimonianze locali riportano che nei tempi passati nella grotta si poteva navigare con piccole imbarcazioni, questo è testimoniato anche dalla presenza all’interno della grotta dell’azione erosiva delle onde.

L'area marina protetta di Capo Rizzuto

Mare cristallino, sabbia finissima color tiziano, scogliere scoscese e selvagge che si confondono con i colori cangianti del cielo: da questo paesaggio sembrano esalare i profumi di un tempo ed i ricordi della storia. Questo è ciò che l'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto" offre al visitatore, un viaggio tra storia, leggenda, mito e archeologia, ma anche un percorso esclusivo attraverso un patrimonio naturalistico e biologico di notevole valore e preziosità.

Istituita ufficialmente con D.M. del 27 dicembre 1991 e successivo D.M. del 19 febbraio 2002, ricopre una superficie di circa 14.721 ettari e si sviluppa su un territorio di ben 42 km di costa, coinvolgendo due comuni: Crotone ed Isola Capo Rizzuto. L'istituzione dell'area protetta consegue un duplice obiettivo: la preservazione di un tratto di costa unico dal punto di vista ambientale, contraddistinto per oltre 42 km da una lunga teoria di piccole insenature, e la tutela del vasto e ricco patrimonio archeologico, presente sui fondali marini.

Sono soprattutto i fondali che rivelano le bellezze per le quali la riserva è un'oasi da proteggere e preservare. Essi sono caratterizzati da vaste praterie di Posidonia Oceanica, pianta marina, endemica del Mediterraneo, che ha un ruolo fondamentale nell'ecosistema. Il mondo sommerso dell'Area Marina Protetta è caratterizzato da ciliate e secche, che scavate dal mare e dalle correnti, creano labirinti di cunicoli e anfratti ed offrono un perfetto rifugio a molte specie di animali marini.

Escursioni su battelli a fondo trasparente. E' possibile, tra le varie attività da fare, ammirare gli splendidi fondali dell A.M.P. a bordo di battelli dal fondo trasparente; le escursioni sono ormai divenute una delle attrazioni principali della zona. Un'esperienza unica lasciarsi cullare dalle onde ed osservare le immense praterie di Posidonia Oceanica, abitate da simpatici pesci multicolori, che fanno capolino dai ribelli e verdi ciuffi. La gita dura circa 1 ora, e, per chi lo volesse, è anche prevista una sosta bagno per tuffarsi nelle incontaminate acque del luogo. Il breve ma emozionante viaggio nel mondo sommerso è previsto anche di notte.

 

 

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