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Fincalabra, Nidil Cgil: “Il governatore Occhiuto faccia annullare l'avviso pubblico”

La sede di Fincalabra

“In merito all’avviso pubblicato il 3 maggio scorso da Fincalabra SpA per la selezione di dieci figure professionali esperte in ambito strategie di sviluppo, innovazione, attrazione investimenti ed internazionalizzazione, per la gestione delle attività di supporto e di assistenza per la realizzazione dei progetti affidati e/o in corso di affidamento alla stessa azienda, come organizzazione sindacale ci saremmo aspettati il rispetto del regolamento per il reclutamento del personale di Fincalabra SpA, approvato con delibera del Consiglio di amministrazione in data 9 agosto 2019 nel quale si regolamenta l’inserimento della sede di lavoro, il CCNL, o più semplicemente le materie d’esame. Ma fino ad ora è emerso, oltre alla sola discrezionalità di chi governa la finanziaria regionale, che alle belle parole del presidente della Giunta regionale sul superamento di tutto il precariato calabrese, non sono seguiti i fatti”. Lo afferma il Coordinatore regionale Nidil Cgil Calabria Ivan Ferraro.

“Ricordiamo – aggiunge il sindacalista - che Fincalabra Spa ha nel proprio organico figure professionali co.co.co. da oltre un decennio. Nonostante un incontro per la loro stabilizzazione futura e diversi solleciti, l’azienda ha pensato bene di procedere autonomamente senza tenere conto del sindacato, spinta dalla sola discrezionalità di chi governa la finanziaria regionale, dimenticando che soldi pubblici deve operare nel segno della trasparenza, dell’economicità dell’interesse comune e del diritto in generale”.

“Chiediamo pubblicamente al Presidente Occhiuto, che dal suo insediamento ha voluto tracciare un percorso teso alla trasparenza e alla legalità  di visionare la procedura, di intervenire con quanti hanno creduto che in Calabria è consentito per necessità lavorativa di vivere con l’anello al naso e di conseguenza di annullare il bando e riproporlo nella corretta impostazione”.

“A Fincalabra SpA va purtroppo ricordato, o peggio ancora insegnato, che non è come il Vaticano, non ha un suo diritto ma risponde alla legge nazionale, regionale e ancor di più alla carta costituzionale. Sarebbe utile anche rammentare – conclude Ferraro - al presidente della società e al direttore Generale che nel diritto e nelle relazioni sindacali bisogna costruire ponti e mai muri”.

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