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Erogazione indennità Covid in Calabria, Fp Cgil: riservare la massima cautela

Alessandra Baldari, segretaria regionale Fp CGIL Calabria

"Su quanto annunciato nei giorni scorsi in tema di sanità, vale a dire l’erogazione della tanto attesa indennità Covid finanziata dal Governo nazionale e concordata dalle Organizzazioni sindacali con la Regione Calabria oltre 2 anni fa che pare finalmente essere in prossimità di liquidazione e l’emanazione del DCA 113, che stabilisce la predisposizione dei Piani di fabbisogno per il 2022 da parte delle Aziende del Ssr, sbloccando la possibilità di assumere e stabilizzare il personale con i previsti requisiti, purtroppo, corre obbligo riservare la massima cautela". Lo hanno affermato, in una nota, il segretario Fp Cgil Medici, Francesco Masotti, e il segretario generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari.

"Infatti, riguardo al primo annuncio, siamo al corrente che non tutte le Aziende sanitarie della nostra regione - hanno proseguito - hanno risposto alla richiesta di puntuale rendicontazione cosi come esige l’autorizzazione alla spesa derivante da fondi POR, 22 milioni, stanziati dalla Regione e destinati al pagamento dell’indennità Covid per il personale che con coraggio ed abnegazione ha fronteggiato l’ondata del virus. Altre, col supporto di consulenti inviati dal Dipartimento salute, stanno apportando correzioni e solo due hanno completato correttamente la necessaria rendicontazione. Pertanto, non possiamo considerare concluso l’iter istruttorio né garantire tempi certi, anche se la Dgr di impegno di spesa ci rassicura. I tempi incerti di rendicontazione da parte delle Aziende dimostrano però, ancora una volta, la loro ridotta capacità amministrativa che tanto incide sulla governance e sull’organizzazione del sistema sanitario regionale. Infine, resta irrisolta una parte dell’applicazione di parte dell’accordo del 6 luglio 2020 che prevede l’inclusione dei medici convenzionati come quelli del 118 in prima linea nell’assistere i pazienti contagiati, per i quali non abbiamo ancora alcuna rassicurazione. La Fp Cgil continuerà a vigilare sulla correttezza dell’applicazione dell’accordo sottoscritto, continuando a sollecitare aziende e dipartimento al fine di addivenire alla conclusione e al ristoro di tutti i lavoratori e le lavoratrici della Sanità".


Inoltre, secondo i due sindacalisti "il DCA 113 dello scorso 6 settembre relativo ai Piani di fabbisogno di personale e Piani delle assunzioni per il 2022, se da un lato produce una sollecitazione necessaria alle Aziende soprattutto per dar luogo alle stabilizzazioni concordate, rese possibili dalla normativa vigente (Legge di bilancio, Madia), dall’altro ci preoccupa in quanto prende a riferimento il tetto di spesa del personale del 2021 e i volumi di produzione dello stesso anno. Spesa certamente superiore al 2020 per l’assunzione di personale precario durante l’emergenza Covid, ma condizionata dalla riduzione della produttività di tutte le altre attività non Covid. Allo stesso tempo ci chiediamo, questi Piani di fabbisogno a quali Atti Aziendali fanno riferimento? La spesa del personale a quali bilanci farà rifermento se molti di quei bilanci non sono stati approvati? Dubbi che sarebbe stato possibile chiarire se, come sosteniamo da tempo, ci fosse stato un confronto continuo con le Organizzazioni sindacali, a cominciare proprio dai Piani di fabbisogno che sono lo strumento fondamentale per avviare quel processo di reclutamento del personale sanitario le cui carenze sono attualmente la più grave criticità del nostro Ssr".

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