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Calabria, il fratino boccia le nostre spiagge: ecosistema alternato dall’uomo

I volontari della Lipu di Rende rendono noto un monitoraggio sul particolare uccello

Esamina le nostre spiagge col piglio del professionista, dall’alto come dal basso, valutandone la natura e le conseguenze non sempre positive della presenza umana. È assolutamente incorruttibile e quindi i suoi giudizi sono più che attendibili. Si chiama fratino (o se preferite Charadrius alexandrinus), è un uccello di piccola taglia e vive principalmente in ambienti umidi caratterizzati dall’acqua bassa. Si nutre di insetti e altri animali che trova nel limo.
Il suo verdetto sulle coste italiane, comprese quelle calabresi, non è delle migliori. Lo raccontano i volontari della Lega italiana protezione uccelli (Lipu) di Rende, sottolineando come molti degli 8.300 chilometri di coste nazionali sono un «habitat ideale per la riproduzione del fratino» che però ha una popolazione di sole 600 coppie sull’intero territorio patrio.
Lungo le coste della nostra regione il censimento effettuato dai volontari della Lipu, in coordinamento con il Comitato nazionale per la conservazione del fratino (Cncf), è andato avanti da marzo ad agosto. In conclusione è stato stilato un bilancio e individuate le ragioni della scarsità di coppie di fratino anche lungo i nostri litorali. «Il declino è imputabile ad alcuni fattori: forte urbanizzazione delle coste, diffuso e intensivo turismo balneare e attività connesse, pulizia meccanica delle spiagge (che distrugge spesso i nidi), presenza di moto e fuoristrada, e cani non gestiti dai proprietari quindi liberi di predare i pulcini.

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