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Servizi di spiaggia: Tropea si conferma la più cara. Aumenti del 25%

Secondo Federconsumatori costi superiori rispetto a un anno fa: sulla costa tirrenica vibonese prezzi tra 161, 280 e 360 a Tropea e 185 euro settimanali a Capo Vaticano

Tropea

L’indagine di Federconsumatori sul costo dei servizi negli stabilimenti balneari nelle principali località turistiche della Calabria assegna per il secondo anno consecutivo a Tropea, Borgo dei Borghi d’Italia 2021 e neo bandiera blu, il primato dei servizi di spiaggia più cari.

L’indagine, chiusa al 15 giugno, ha coinvolto 20 località turistiche distribuite sulle 5 province: 10 località sul Tirreno e 10 sullo Jonio per conoscere il costo medio di un ombrellone e due sdraio per la settimana clou dell’estate compresa tra il 9 ed 15 agosto. 80 gli stabilimenti consultati, il doppio rispetto allo scorso anno: 10 sono risultati non raggiungibili ai riferimenti ufficiali, 7 hanno dichiarato il tutto completo per la settimana presa in esame.
In alcuni casi, l’incertezza delle risposte, è sembrata celare la strategia di offrire last minute il servizio a chi si reca sul posto o per conservarlo alla clientela più fedele. Fra i 63 lidi rimanenti è emersa un’ampia varietà di offerte in relazione alla località e alla fila di ombrellone rimasta libera. Quasi ovunque esaurite le prime file.

Sulla costa tirrenica vibonese emerge il costo dei lidi di Tropea con offerte tra 161, 280 e 360 euro e di Capo Vaticano con 185 euro settimanali per i servizi di spiaggia e, in aggiunta, 10 euro giornalieri di parcheggio; meno cari i lidi di Pizzo Calabro con offerte tra 91 e 105 euro a settimana, ma solo nelle ultime file.
Su tutto il litorale Jonico, tra Catanzaro Lido, Squillace, Soverato, Roseto Capo Spulico, Rossano-Corigliano, Crotone, Isola Capo Rizzuto, Cirò Marina, Siderno e Roccella Jonica, i costi variano da 70 a 140 euro a settimana nelle ultime file. Tra 40 e 45 euro al giorno i costi rilevati lo scorso anno a Roseto Capo Spulico nelle prime file che ad oggi risulterebbero già prenotate.
Sul versante tirrenico cosentino quasi ovunque esaurite le offerte nelle prime file: i costi a settimana nelle retro-file oscillano da 70 euro di Amantea a 98, 126 o 140 euro di Scalea o di Praia a Mare. Si distinguono sul tirreno cosentino le offerte settimanali nella nota città dei murales di Diamante che sfiorano le 200 euro settimanali in seconda fila. Sulla costa tirrenica reggina prezzi oscillanti da 70 a 84 euro di Reggio Calabria in terza fila e i 140 euro nelle seconde file a Scilla.

Mimma Iannello presidente Federconsumatori Calabria: “L’indagine condotta in questi giorni fornisce un ampio e variegato campione regionale delle proposte dei servizi di spiaggia. Ovunque è stato dichiarato il rispetto delle norme sanitarie anti Covid. Anche quest’anno Tropea si aggiudica il primato regionale dei servizi di spiaggia più cari: 360 euro a settimana a cui si aggiungono, su richiesta, 35 euro per il parcheggio per un costo complessivo di 395 euro a settimana.
Stesso lido, stessa fila, stesso periodo, stessi servizi, l’aumento che si registra sul 2020 è notevole: + 25% con un costo che passa da 40 a poco meno di 52 euro al giorno. E dire che stipendi e pensioni risentono della crisi e molte famiglie, nonostante lo disiderino, saranno costrette a rinunciare alle vacanze. Un evidente segnale di “capitalizzazione” oltre ogni ragionevole indicatore inflazionistico della fama di cui gode la famosa località turistica della Costa degli Dei".

Un caro prezzi che influisce anche su chi, invece, preferisce le spiagge libere: "In altre località, specie della costa tirrenica, residenti e villeggianti, per necessità o per scelta, per godere liberamente del mare dovranno avventurarsi alla ricerca di spiagge libere divenute sempre più ristrette e affollate - continua la presidente - a testimonianza di quanto negli anni gli insediamenti balneari siano avvenuti spesso nell’assenza di strumenti regolatori che hanno esasperato la privatizzazione del bene pubblico. Dalle proposte raccolte dall’indagine di Federconsumatori emerge comunque il segnale che mesi di lockdwon e la campagna di vaccinazione anti Covid hanno innalzato la domanda turistica e spinto verso un’offerta di servizi che spazia tra proposte per tutte le tasche, ma con impennate vertiginose nelle spiagge più note. Insomma, per chi vuole contenere i costi della vacanza e godere di scorci di mare in bella vista resta d’affrettarsi per cogliere le proposte più convenienti".

"Tuttavia, registriamo e denunciamo la totale incuria con cui Regione, Province, Anas e Comuni - aggiunge Mimma Iannello - si apprestano ad accogliere i turisti nelle più note località turistiche. Dalla viabilità, alla sicurezza, all’abbandono di rifiuti, al servizio idrico, vedremo poi come andrà con la balneabilità delle acque, in molti luoghi viene d’arrossire di vergogna nel constatare l’incapacità degli enti preposti ad affermare una programmazione turistica, globale, improntata alla qualità e all’efficienza dei servizi.
La stessa qualità dei servizi balneari non ovunque corrisponde ai costi sostenuti dai consumatori ed è davvero singolare che la Regione abbia destinato al settore incentivi per 10 milioni di euro per l’ammodernamento e l’innovazione degli impianti turistici balneari, con la possibilità per le imprese di fruire sino al 70% di finanziamenti in conto capitale e sino a 50.000 euro di contributo, solo a inizio di stagione.
È la testimonianza di politiche turistiche approssimative con le quali c’entra poco la pandemia o le risorse che pure ci sono: è il perdurare di una cronica incapacità di governare i processi di programmazione della principale industria calabrese.
Non servono spot milionari per attrarre turisti se poi non si risolvono i nodi strutturali del settore e di una competitività qualitativa diffusa dell’offerta turistica regionale. Sole, mare ed eccezioni locali non bastano più se manca poi quel concentrato capillare di politiche capace di ottimizzare l’organizzazione dei servizi e di capitalizzare ogni possibile vantaggio economico, sociale e occupazionale sulla costa così come nelle aree interne”.

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