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Calabresi associati alla 'ndrangheta, poi le scuse: polemica su Tiberio Timperi

Il conduttore Tiberio Timperi

«E va bene, lo aiutiamo... lo aiutiamo... Altrimenti poi andremo a fare i piloni della Salerno Reggio–Calabria». Non solo la frase, ma anche le braccia lungo i fianchi a mimare un pilastro per rafforzare il concetto: Tiberio Timperi, alle 8 di una mattina come tante, finisce così nell’occhio del ciclone.

Il conduttore televisivo, affiancato da Monica Setta, è in diretta telefonica con un concorrente crotonese a “Uno mattina in famiglia”. Dalla cornetta arriva una prima richiesta di aiuto, ma nonostante il diniego («Non è previsto», dice categoricamente la Setta) il concorrente dà la risposta esatta.

Quindi una seconda domanda e un’altra richiesta di aiuto. Timperi dice anch’egli di no, poi cede e si lancia nell’azzardata battuta che alludeva sinistramente alle vittime della “lupara bianca” ed è stata letta immediatamente in chiave anticalabrese.

A dare fuoco alle polveri è il consigliere comunale di San Luca e noto massmediologo Klaus Davi, che ha presentato un esposto contro la Rai presso la Procura di Roma definendo «increscioso e non degno del servizio pubblico» quanto accaduto ieri mattina.

«Se qualcuno si è sentito offeso mi scuso». Così su Instagram Timperi è tornato sulla battuta con riferimenti alle vittime di lupara bianca. «Leggo di essere stato denunciato per una battuta scherzosa fatta ad un concorrente in trasmissione. Leggo – continua Timperi – che avrei offeso una regione italiana. Una regione che come tutte le altre mi appartiene e che mai mi sognerei di offendere. Aspra come i monti che la attraversano. Orgogliosa come i popoli che da sempre la abitano. Forte come i due mari che la circondano. Misteriosa come una lingua che non è dialetto e che non si apre subito al forestiero. Io ho rispetto. Per la Calabria e per i calabresi. Per quelli rimasti e per quelli che da generazioni non si sono fermati davanti a niente. Io ho rispetto e sono qua. Perché sono calabrese, romano, laziale, toscano, trentino, pugliese. Sono un incrocio di mille contaminazioni che mi fanno italiano. Sono italiano. Innamorato della mia storia. Se qualcuno si è sentito offeso mi scuso. Ma io sono crotonese come sono romano. Come sono catanzarese, reggino, cosentino. Come sono laziale. Come sono fiorentino. Come sono vibonese. Sono italiano - conclude Timperi - e non sapete quanto sia orgoglioso di esserlo».

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