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Il lupo torna in Calabria, il Wwf: "Nessun ripopolamento, ecco perché si sta diffondendo"

Ripopolamento? No, diffusione naturale. È l’analisi del Wwf Calabria sull’aumento degli esemplari di lupi sull’Aspromonte e non solo.

“Che bisogno ci sarebbe – scrive l’associazione ambientalista in un comunicato - di ‘ripopolare’, o reintrodurre, una specie che si sta diffondendo per cause naturali? Chi sostiene il contrario, ingenerando ulteriore allarme, dovrebbe nel contempo indicare quale ente, quando e dove si sarebbero verificati questi misteriosi ripopolamenti di lupi”.

Il lupo è tornato a frequentare i territori calabresi, da cui era scomparso da decenni e in determinate circostanze preferisce predare animali da allevamento, arrecando danni agli allevatori.

Le cause della diffusione della specie, dopo secoli di persecuzione che lo aveva ridotto ad un centinaio di esemplari in tutta Italia  nei primi anni ’70, sono da attribuire alla creazione di aree protette, alla diffusione di ungulati selvatici (a partire dai cinghiali) come nuova risorsa alimentare, alla riduzione della stagione venatoria.

“Ciononostante – si legge ancora nella nota del Wwf -, ancora oggi, il principale fattore di mortalità, calcolato dagli studiosi tra il 10 e il 20% della popolazione italiana, è rappresentato dalla persecuzione diretta da parte dell’uomo (come purtroppo il recente, ma non nuovo, macabro episodio di Marcellinara ha dimostrato, dopo che un altro lupo aveva fatto la stessa fine: impiccato ad un cartello stradale, a novembre, nel territorio di Amato)”.

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