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Procreazione assistita, progetto di una ginecologa di Catanzaro premiato e finanziato

Roberta Venturella

Le eccellenze non mancano all’Università Magna Graecia. La giovane Roberta Venturella, professore associato di Ginecologia e responsabile del Centro per la procreazione assistita che ha sede all’ospedale Pugliese di Catanzaro, ha appena ottenuto un prestigioso riconoscimento dal Ministero della Salute per il progetto da lei presentato come capofila (principal investigator) nell’ambito del bando per la ricerca medica da condursi nelle strutture pubbliche.

Il progetto è stato finanziato per la cifra di 488mila euro. Una somma considerevole, ma a colpire è il fatto che tra 1.700 progetti presentati, solo 197 sono stati finanziati e solo due in Calabria, di cui uno è quello proposto da Venturella insieme a Daniela Lico e Carmela De Marco.

Il progetto premiato permetterà di individuare con un algoritmo diagnostico l’insufficienza ovarica prematura e dunque le ragazze a rischio reale di andare in menopausa precocemente.

Il ministro della Salute, Giulia Grillo, ha voluto per la prima volta una cerimonia di premiazione dei vincitori del bando “ricerca finalizzata”, che si è tenuta martedì a Roma all’Accademia nazionale dei Lincei, la più antica accademia scientifica del mondo.

Il sottosegretario alla Salute, Armando Bartolazzi, ha consegnato un riconoscimento alla ginecologa per l’importante ricerca condotta, valutata da revisori internazionali. «È stata sicuramente una grande emozione - racconta la giovane prof - l’ennesima indimenticabile. Il sottosegretario l’ha sottolineato più volte: “Siete qui perché siete stati i migliori. Nessuno vi ha segnalato, avete avuto un’idea brillante e l’avete saputa trasformare in un progetto convincente”. In un momento storico così particolare per questo nostro paese, in cui sembra che emergano solo l’insoddisfazione, la rabbia, in cui tutti parlano di raccomandazioni quasi a giustificare insuccessi e inadeguatezze, è una boccata d’aria pura. Un successo del gruppo, frutto di duro lavoro e dedizione assoluta. Frutto di un percorso di formazione che evidentemente funziona, che ha formato e forma ancora i migliori specialisti della Regione, che mi ha insegnato l’amore per la ricerca non per fare curriculum, ma per migliorare la salute della gente. Adesso è una grande responsabilità, perché quando ricevi un finanziamento pubblico senti il dovere di trasformare i soldi di tutti in un risultato altrettanto fruibile da tutti. Adesso speriamo che la burocrazia non renda più difficile usufruire del finanziamento che averlo ottenuto».

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