Donatella Di Cesare, la prof del post sulla brigatista rossa agita il centrosinistra in Calabria
Polemiche del centrodestra e tensioni nel centrosinistra. La candidatura della professoressa Donatella Di Cesare come consigliera regionale in Calabria alimenta lo scontro. L’anno scorso, un suo commento social - poi rimosso - alla morte della brigatista rossa Barbara Balzerani sollevò un vespaio: «La tua rivoluzione è stata anche la mia. Le vie diverse non cancellano le idee». In questi giorni, il nome della professoressa - insegna Filosofia a La Sapienza di Roma - ha cominciato a circolare per la lista civica che sostiene il candidato governatore Pasquale Tridico, del M5s, schierato dal campo largo. E’ una «seriale istigatrice di odio», ha commentato Fabio Rampelli, di FdI. Tridico l’ha subito difesa, dicendosi "stupito e sconcertato dagli attacchi di FdI» e definendola "pacifista e femminista". Ma nel centrosinistra il fastidio c'è. Il più duro è stato Ernesto Maria Ruffini, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate da un pò in campo con i comitati ulivisti «Più Uno": «Aldo Moro e gli uomini della sua scorta furono assassinati dalle Br. Tra i protagonisti di quella pagina c'era anche Barbara Balzerani. E’ inaccettabile che venga proposta la candidatura di una docente che l’ha ricordata con nostalgia». A difendere Di Cesare è stata la deputata di Avs Elisabetta Piccolotti, che ha definito ridicola la «polemica contro un’importante intellettuale pacifista e antirazzista, usando l’argomento di un vecchio post che fu peraltro dalla stessa Di Cesare cancellato proprio perché si era resa conto che poteva essere travisato». Con Di Cesare anche Paolo Ciani, leader di Demos, eletto alla Camera da indipendente nel Pd: "Contro di lei calunnia e intimidazione». Nella polemica non sono entrati i leader di partito. «Severo giudice del governo ucraino e indulgente con Putin, ha reso onore alla memoria di Barbara Balzerani. La professoressa Di Cesare ci mette del suo per rendere scomoda e imbarazzante la posizione del Pd», ha commentato la deputata Daniela Ruffino, esponente di Azione, che in Calabria non sostiene Tridico. Le regioni del sud si confermano problematiche. In Puglia, nel Pd cresce il pressing su Antonio Decaro e sugli altri protagonisti della partita, prima di tutto sul governatore uscente Michele Emiliano. Per decidere chi sarà il candidato alla guida della Regione, i giorni sono contati. Ne è sicuro il capogruppo del Pd in Senato, Francesco Boccia: «L'accordo unitario nel centrosinistra sarà confermato e sono convinto che con Elly Schlein alla festa dell’unità regionale di Bisceglie ci sarà una schiarita». L'appuntamento è per l’apertura della manifestazione: venerdì. Nel centrodestra la questione regionali è in gran parte aperta. Si parla da settimane di un incontro fra i leader, ma ancora non è in agenda. «Sarà a breve - ha assicurato il segretario della Lega Matteo Salvini - Abbiamo le idee chiare», specialmente sul Veneto: «Conto che si continui con il centrodestra unito e la Lega alla guida». Per il centrosinistra, in Puglia resta quotatissima la candidatura dell’eurodeputato Decaro. Il punto di partenza è la coalizione: «Continueremo a essere testardamente unitari - ha detto Schlein - L’unità non ce la chiede il medico ma la nostra gente». Non a caso, venerdì a Bisceglie sono attesi anche i capogruppo in Senato di Avs Peppe De Cristofaro, di Iv Raffella Paita e del M5s Stefano Patuanelli. Ma per ora resta il groviglio: Decaro ha posto come condizione il passo indietro di Emiliano e dell’ex governatore Nichi Vendola, entrambi intenzionati a correre per il consiglio regionale. Schlein potrà fare pressioni su Emiliano, ma non ha grandi spazi di manovra con Vendola, che fa parte di un’altra famiglia, quella di Avs. «Avs non è comparsa, è protagonista della coalizione», ha ribadito il segretario di Si, Nicola Fratoianni. Una possibilità è che il Pd riesca a convincere Emiliano a non candidarsi - per lui si prospetta un posto alle politiche 2027 - e che Decaro digerisca la corsa di Vendola. Ma per ora ogni tentativo è andato a vuoto.