Ho appena depositato un disegno di legge che riforma la procedura di scioglimento dei Consigli comunali per infiltrazioni mafiose, nella profonda convinzione che sia necessario rivedere l’attuale disciplina per garantire una maggiore equità e tutelare le nostre Istituzioni locali». Lo afferma Tilde Minasi, senatrice della Lega. «Ritengo sia fondamentale - aggunge Minasi - attualizzare quella che, talvolta, più che una misura a tutela della collettività, sembra un’'arma' usata in modo distorto ovvero appunto lo scioglimento dei Comuni per infiltrazioni mafiose, e recuperare, invece, lo spirito originario e centrale dello strumento, ovvero la lotta alla criminalità organizzata. Di fronte a casi di infiltrazioni mafiose in una Amministrazione comunale, etichettare l’intero Comune come mafioso rischia di compromettere la fiducia nelle Istituzioni e di ostacolare lo sviluppo economico e sociale del territorio. E’ indispensabile, piuttosto, individuare e distinguere le responsabilità individuali, evitando così che, a pagare per illeciti attribuibili a pochi Amministratori, sia invece l’intera collettività».
«La riforma - sostiene la parlamentare leghista - segue, d’altronde, gli orientamenti del Consiglio di Stato, promuovendo interventi mirati che correggano le anomalie senza bloccare l’operatività degli enti. L’obiettivo è, appunto, difendere Istituzioni e i cittadini onesti, punendo chi viola la legge, ma senza coinvolgere intere comunità con sanzioni indiscriminate. Si tratta di una misura pensata per salvaguardare la legalità, ma che può trasformarsi in un colpo troppo duro alla democrazia locale, poiché depotenzia la volontà popolare, privando i cittadini dei loro rappresentanti democraticamente eletti, e genera un contraccolpo sull'immagine pubblica dell’Ente».
Tra i punti centrali della riforma, riporta una nota, «c'è la tutela dei sindaci e degli amministratori onesti, garantendo loro un diritto di replica effettivo. 'Troppo spesso i sindaci - sottolinea Minasi - vengono ingiustamente associati alla criminalità. Introdurre una fase di preavviso nella quale viene prevista la possibilità di presentare, entro 20 giorni, osservazioni e prove contrarie, permette di salvaguardare il loro operato per mezzo di un contraddittorio».
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