Emergenza abitativa, sevizio idrico integrato e soprattutto sanità: il centrodestra punta su una “legge omnibus”, l’ennesima presentata per l’approvazione in Consiglio regionale, per una serie di modifiche normative. La proposta è stata depositata a firma dei consiglieri Giuseppe Graziano (Udc), Francesco De Nisi (Coraggio Italia), Giacomo Pietro Crinò e Michele Comito (Forza Italia), Luciana De Francesco (Fratelli d’Italia) e Giuseppe Gelardi (Lega), che in dieci articoli affrontano materie delicate. Più d’una volta l’opposizione ha contestato la scelta di mettere tutto in un solo calderone: c’è stare certi che anche stavolta non mancheranno le polemiche già in commissione. Il progetto di legge modifica ed integra una serie di leggi regionali «al fine – spiega la relazione introduttiva – di renderle più rispondenti all’evoluzione del nuovo contesto politico-amministrativo regionale o adeguarle alle prescrizioni del Governo, in esecuzione degli impegni appositamente assunti, nel contesto del principio di leale collaborazione tra Stato e Regioni, oltre che prevedere anche disposizioni normative». Una premessa valida... per tutte le stagioni.
Il supercommissario
Alla sanità è dedicata la maggioranza degli articoli della proposta di legge. A partire dal primo, che si occupa di Aziende sciolte per mafia (l’ultimo caso a Vibo, ma in passato è successo a Reggio e Catanzaro): «Al fine di garantire il graduale passaggio alla gestione ordinaria delle Aziende sanitarie sciolte ai sensi dell’articolo 146 del decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267, per il quinquennio successivo alla cessazione del commissariamento, può essere nominato un commissario straordinario scelto, anche nell'ambito dell'elenco nazionale, fra soggetti di comprovata competenza ed esperienza, in particolare in materia di organizzazione sanitaria o di gestione aziendale, anche in quiescenza». Obiettivo dell’iniziativa sarebbe, come spiegano i proponenti, garantire «un graduale ritorno all’ordinarietà per le aziende sciolte», esigenza che scaturirebbe «dalla necessità di recuperare la reputazione dell’ente disciolto, che può essere soddisfatta attraverso la nomina di un commissario straordinario di elevata professionalità, il cui percorso professionale possa ristabilire il senso di fiducia nelle istituzioni, da parte della collettività».