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Autonomia, doppio stop da Roma alla Regione. L’idillio tra il governatore Occhiuto e Calderoli si è rotto

Il paradosso della Calabria impegnata a legiferare sulla forestazione e “bloccata” dal ministro che vorrebbe trasferire i poteri in periferia

Due provvedimenti e un segnale chiaro. L'idillio Occhiuto-Calderoli si è definitivamente rotto. Lontani i tempi in cui il governatore calabrese accoglieva a braccia aperte alla Cittadella il ministro leghista per gli Affari regionali per presentare la riforma dell'autonomia differenziata. Il presente, adesso, racconta di un rapporto che vive sul filo della diffidenza (reciproca) e dei messaggi inequivocabili. Come quelli lanciati da Palazzo Chigi negli ultimi giorni: prima la decisione di resistere in giudizio contro la Regione su un contenzioso che riguarda la gestione dell'idrico, poi la scelta del governo di impugnare davanti alla Consulta la legge sulla trasformazione dei rapporti di lavoro per i sorveglianti idraulici.

Lo scontro assume una connotazione politica perché arriva proprio nel momento in cui il presidente forzista calabrese è annoverato tra i più critici nel centrodestra sulla riforma disegnata dallo stesso Calderoli. E c'è chi non manca di sottolineare il paradosso di un ministro dell’Autonomia differenziata che contesta il Consiglio regionale della Calabria proprio sulla legislazione concorrente.

Nelle motivazioni a supporto della decisione, infatti, figura l'appropriazione, da parte della Cittadella, di competenze che spettano - secondo il Cdm - allo Stato. In buona sostanza, l'esponente del governo che più di tutti vorrebbe trasferire poteri alle Regioni, blocca la Calabria impegnata a rimettere in un settore di “sua” competenza.

Ce n'è abbastanza per rispolverare una delle massime andreottiane («a pensar male si fa peccato, ma ci s'azzecca») in questo agosto gravido di tensioni sull'asse Roma-Catanzaro. Con le battaglie politiche traslate sul piano istituzionale e con un futuro (prossimo) pieno di incertezze, soprattutto sul versante dei rapporti con gli alleati. E se l'asse con Fratelli d'Italia - cementato da un buon rapporto personale tra Occhiuto e la premier Giorgia Meloni - non appare in discussione, tutt'altro si può dire delle relazioni con la Lega. L'autonomia differenziata è certamente il principale argomento d'attrito tra le parti, ma non solo. Occhiuto finora ha potuto contare sulla lealtà del presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e attende segnali concreti dal ministro Matteo Salvini in tema di infastrutture.

Dopo aver ottenuto quanto chiedeva per il riammodernamento della Statale 106 jonica, il governatore ora attende provvedimenti concreti sull'Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio e sul restyling dell'Autostrada A2.

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