La maggioranza decide di non discuterne (almeno per adesso), la minoranza va su tutte le furie e sull’autonomia differenziata scoppia l’ennesima bagarre. Non è servita neppure la presenza di una delegazione di sindaci calabresi, fuori da Palazzo Campanella, a convincere il Consiglio a parlare della proposta di indizione del referendum abrogativo avanzata da Pd, Movimento 5 Stelle e gruppo misto. Niente da fare: ieri la prima commissione ha rinviato tutto, alzando - questa volta compatta - un muro che parrebbe invalicabile. E ciò proprio nel giorno in cui la raccolta di firme a livello nazionale raggiunge quota 500mila ed esultano i promotori («Adesioni anche da elettori del centrodestra») confermando l’obiettivo di un milione entro settembre.
Il dibattito in commissione, alla presenza inedita anche della delegazione di sindaci, si è snodato in gran parte sul filo del diritto. Per la maggioranza di centrodestra, in buona sostanza, il referendum non starebbe in piedi. Inutile, ad oggi, persino discuterne. E comunque « la modifica del titolo quinto della Costituzione – ha puntualizzato il presidente del Consiglio, Filippo Mancuso, della Lega – è opera della sinistra, dunque è inutile l’atteggiamento eroico di oggi».
Perentorio Antonello Talerico (Forza Italia): «Da giurista – si legge nel verbale della seduta – ritengo che il referendum sia palesemente inammissibile, considerato che deve avere a riferimento una legge, e non può essere abrogativo di leggi ordinarie attuative di norme costituzionali. Bisogna, piuttosto, concentrarsi sugli stanziamenti finanziari dei Lep e la determinazione dei criteri». Sulla stessa linea la Lega. Su tutti proprio il presidente Mancuso: «Diversi giuristi hanno intravisto elementi di incostituzionalità e la proposta referendaria sarà respinta». Ciononostante, ha aggiunto Mancuso, nel merito «il Consiglio regionale si è espresso con diversi ordini del giorno ed ha votato un documento con il quale si dice che la riforma è una grande opportunità ad alcune condizioni: l’autonomia differenziata con il finanziamento dei Lep dovrà colmare il gap oggi esistente in sanità e l'esempio può essere traslato a tutte le materie». Hanno fatto sponda Giuseppe Mattiani e Giuseppe Gelardi, anche loro della Lega: «Nessuna catastrofe annunciata, la commissione paritetica sarà garanzia di equità. La proposta referendaria non ha futuro», ha detto quest’ultimo. Per Fratelli d’Italia si è fatta sentire la presidente della commissione Luciana De Francesco, «meravigliata della doppia morale del Pd che contesta il normale iter della proposta in discussione, considerato che è opportuno consentire il coinvolgimento con la calendarizzazione in aula per l’approfondimento tecnico-giuridico».
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