Sindaci calabresi ancora spaccati sull’autonomia differenziata. Il quadro maturato durante l’assemblea dell’Anci di Lorica è stato confermato ieri a Lamezia Terme durante la riunione del Consiglio regionale della stessa organizzazione che riunisce i primi cittadini. La decisione di istituire una Commissione consultiva e di studio sull’applicazione della legge in materia di Autonomia è sì passata all’unanimità dei presenti, ma in assenza dei sindaci dei cinque capoluoghi di provincia.
La decisione assunta dai vari Fiorita, Falcomatà, Caruso, Voce e Romeo (tutti di area centrosinistra) rappresenta l’ennesima conferma sullo scontro politico in atto sugli effetti della riforma e che investe anche ambizioni e progetti futuri dei singoli protagonisti. Si tratta di una partita che riguarda da vicino anche il governatore forzista Roberto Occhiuto, da settimane stretto tra il dovere di difendere gli interessi dei calabresi e la necessità di evitare rotture plateali con Roma e scongiurare ripercussioni politiche importanti.
In ogni caso, nell’ampio j’accuse formulato dai sindaci delle grandi città verso la presidente dell’Anci Rosaria Succurro c’è anche quello di un «eccessivo appiattimento» sulla Giunta regionale e sul governo nazionale a trazione centrodestra. «Appare evidente - attaccano gli alfieri del centrosinistra - come Succurro non abbia nessuna intenzione di chiedere il referendum abrogativo della legge Calderoli. La proposta della presidente Succurro di istituire un osservatorio sull'autonomia differenziata è praticamente una fotocopia della proposta di Forza Italia. Un modo elegante di non prendere posizione e consentire comunque l'attuazione della riforma. Mai nella sua storia l'Anci calabrese si era piegata così al potere regionale e nazionale».
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