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Amministrative in Calabria, un test probante per partiti e movimenti

La presentazione delle liste: l’appuntamento elettorale rappresenta anche una verifica per l’alleanza di centrodestra alla guida della Regione. Vibo Valentia, Corigliano Rossano e Gioia Tauro le sfide più importanti tra novità e ritorni

Schede elettorali per le amministrative in un'immagine del 26 maggio scorso. ANSA/ STRINGER

Più che un test, uno “stress test”. Sabato 8 e domenica 9 giugno si vota in 132 Comuni calabresi - esclusi San Luca, Melissa e San Lorenzo dove non sono state presentate liste -, un terzo di quelli complessivi. Dunque un appuntamento rilevante, seppur parziale, per il governatore Roberto Occhiuto e il centrodestra che guida la Regione ma anche per l’opposizione di centrosinistra. Il risultato che uscirà dalle urne sarà un indicatore significativo del gradimento che riscuote ancora chi attualmente abita i piani alti della Cittadella, ma anche della consistenza del cosiddetto campo largo a guida Pd-M5S.

Naturalmente le principali sfide si giocano nelle città più popolose Corigliano Rossano da una parte, Vibo Valentia dall’altra. In mezzo altri due paesi: Montalto Uffugo e Gioia Tauro. Sono infatti 4 i centri con popolazione superiore a quindicimila abitanti dove è possibile l’eventuale turno di ballottaggio. Tuttavia, non è solo una questione di numeri. Nelle realtà appena menzionate scendono in campo esponenti di primo piano del panorama politico regionale, rappresentanti di partiti tradizionali e di movimenti con un’impronta più locale.

L’esempio plastico della dinamica appena descritta è rappresentato da Corigliano Rossano. Nella “capitale” della Sibaritide il centrosinistra sarà in corsa per la riconferma dell’uscente Flavio Stasi, giovane sindaco “civico”, capace di un clamoroso exploit 5 anni fa. Pd e M5S sosteranno il primo cittadino uscente non senza travagli interiori, mascherati di fronte alle ragioni della realpolitik e alla necessità di porre un argine a un centrodestra desideroso di tornare alla guida della città unica. Qui la coalizione guidata da FdI, FI e Lega punta sulla discesa in campo della consigliera regionale forzista Pasqualina Straface, in passato già prima cittadina di Corigliano - all’epoca militava in Alleanza Nazionale - quando la fusione con Rossano non era ancora realtà. Straface può essere annoverata tra le più fedeli custodi dell’ortodossia espressa da Occhiuto e punta a consolidare la sua sfera d’influenza in un’area dove nel recente passato altri esponenti del centrodestra come Gianluca Gallo, Giuseppe Graziano ed Ernesto Rapani, hanno raccolto molti consensi. La città, peraltro, come confermano le cronache recenti, è al centro di importanti dinamiche sia sui temi della legalità, della sicurezza pubblica e della lotta alla criminalità organizzata che su quelli economici con al centro l’opportunità o meno di favorire l’insediamento sul territorio della multinazionale Baker Hughes.

E Occhiuto si “gioca” molto pure a Vibo dove il candidato a sindaco del centrodestra è Roberto Cosentino, fino a qualche giorno fa saldamente alla guida del dipartimento Lavoro della Regione. Forza Italia ha “scaricato” la sindaca uscente Maria Limardo per favorire l’ascesa del giovane manager particolarmente gradito al capogruppo azzurro in Consiglio regionale, Michele Comito, e ad Antonino Daffinà, deus ex machina dei post-berlusconiani in questa provincia. Cosentino sarà sostenuto non da tutto il centrodestra: con lui Fratelli d’Italia e una parte della Lega, che corre con un simbolo civico: non un inedito quando il Carroccio affronta tornate amministrative. Parte dei dirigenti leghisti ha scelto di convergere sull’avvocato Francesco Muzzopappa, nel 2021 tra l’altro candidato alle Regionali proprio nella fila dei salviniani e ora alla guida di Terzo polo in chiave locale dove hanno trovato riparo i centristi del centrodestra come Udc e Noi Moderati, i calendiani di Francesco De Nisi, l’area di riferimento dell’ex consigliere regionale Pino Pitaro e i renziani di Italia Viva. Nel perimetro progressista - al netto della sortita di Marcella Murabito, di Rifondazione comunista - il frontman è Enzo Romeo, finora capace di ricevere le visite a domicilio di Elly Schlein e Giuseppe Conte e il desiderio (nemmeno tanto nascosto) di regalare al centrosinistra l’ultimo capoluogo di provincia in Calabria non ancora conquistato dal Pd e dai suoi alleati.

A Gioia Tauro oltre a Renato Bellofiore, già sindaco della città dal 2010 al 2014, in lizza ci sono Mariarosaria Russo, dirigente scolastico, Simona Scarcella, esponente di FI e Rosario Schiavone, ex vicesindaco di Gioia Tauro dal 2006 al 2008. A Montalto Uffugo, infine, il centrodestra si presenta spaccato tra il forzista Biagio Faragalli e Mauro D’Acri, equamente diviso tra FI e FdI ma sostenuto anche da esponenti di centrosinistra. Il terzo aspirante sindaco è l’ex segretario della Cgil ed ex primo cittadino della città di Leoncavallo, Emilio Viafora, a capo di una lista di eredi del vecchio Pci.

 

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