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Pd, Enza Bruno Bossio tesse le lodi di Schlein: “Con lei cambio di passo evidente”

“Ieri sono intervenuta nella riunione della Direzione Nazionale del Partito Democratico per sottolineare un apprezzamento del lavoro della segretaria Elly Schlein su alcuni temi strategici per il Pd. È evidente”, dichiara Enza Bruno Bossio, componente della direzione nazionale del Pd, “il cambio di passo che su questioni cruciali è stato impresso dalla segretaria. Innanzitutto sull’immigrazione: non solo è importante la venuta di Elly a Cutro ad un anno da quella strage senza risposte, ma soprattutto l’aver abbandonato l’idea sicuritaria dell’accoglienza che è stata per alcuni anni dominante nel Pd. Nessuno può dimenticare, a partire da quanti erano già parlamentari Pd nel 2017 e che sono parlamentari ancora oggi, che purtroppo i Cpr li abbiamo introdotti noi (io ho votato contro, ma ero la solita, isolata, rompiscatole). Così come la posizione sul Medio Oriente: dalla netta condanna ad Hamas alla altrettanto netta condanna della drammatica strage di civili, soprattutto bambini, a Gaza, riaffermando la proposta di due popoli due Stati. Per anni solo in pochi e poche, riuscivamo a parlare dei diritti del popolo palestinese. E difronte, ahimè, al susseguirsi di continue stragi di operai poveri, si smette di discutere tra job act sì o no, e si affronta il tema della sicurezza del lavoro, ponendo con forza il tema della sua dignità, attraverso il salario minimo e il diritto al reddito di sopravvivenza dignitosa. Nelle prossime settimane saremo chiamati a intervenire su un altro tema non meno strategico: la possibilità per i cittadini di scegliersi i propri rappresentati. Il dibattito sul terzo mandato (proposta che condivido) è auspicabile che possa essere occasione per contrastare la politica populista della destra per la elezione diretta del premier, e si possa depositare, così come detto ieri dalla segretaria, una norma del Pd che finalmente reintroduca le preferenze per la scelta dei parlamentari. Un modo per evitare che i parlamentari siano nominati dai partiti e non scelti dai territori, ma anche un modo per valorizzare la sovranità del Parlamento. Non sarebbe accettabile che la discussione interna nel Pd debba essere ancora condizionata dalle posizioni più accese contro le preferenze soprattutto da parte di chi ha fatto della deroga al terzo mandato parlamentare una professione di autoreferenzialità”.

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