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Test elettorale decisivo in Calabria. Al voto il 33 per cento dei Comuni

Al via una lunga campagna elettorale in vista del voto dell’8 e 9 giugno. In 4 centri l’eventuale doppio turno. Vibo unico capoluogo alle urne. Le Europee uno snodo per ridisegnare i rapporti di forza alla Regione

Ben 135 su 404 comuni calabresi (pari al 33,4 per cento del totale) andranno alle urne i prossimi 8 e 9 giugno. Di questi, 4 sono quelli con popolazione superiore a 15mila abitanti, dunque con il sistema elettorale maggioritario a doppio turno. Nei restanti 131 centri chiamati al voto vincerà - a prescindere dalla percentuale raggiunta laddove si è in presenza di almeno due contendenti - il candidato a sindaco che otterrà un voto in più dei propri avversari. Le sfide più attese, manco a dirlo, si giocano nelle realtà demograficamente più importanti. A Vibo Valentia, per esempio, unico capoluogo di provincia coinvolto nella tornata di fine primavera, il centrodestra tenterà di riconfermarsi dopo l’exploit di cinque anni fa con Maria Limardo ma deve fare i conti con avversari probabilmente meglio attrezzati rispetto all’ultima volta. Stesso discorso, ma a parti invertite, a Corigliano Rossano dove il “civico” Flavio Stasi sogna un bis dopo l’elezione a sorpresa del 2019. Nel centro più popoloso della provincia di Cosenza i partiti tradizionali sperano nella rivincita, soprattutto il centrodestra che a queste latitudini ha storicamente ottenuto consensi significativi. Altre partite di “cartello” si giocano a Montalto Uffugo e Gioia Tauro: mentre nel primo caso l’uscente Pietro Caracciolo non potrà più ricandidarsi perché reduce da due mandati consecutivi, nella città della Piana, Aldo Alessio, potrebbe ambire al bis.

Addio limiti ai mandati

E al tris, addirittura, possono puntare i sindaci dei centri sotto i 15mila abitanti. Con il decreto legge varato due giorni fa dal Consiglio dei ministri, non ci sarà limite di mandato per i sindaci dei Comuni con meno di 5mila abitanti, e salirà a tre per quelli da 5 a 15mila abitanti. La disposizione varata da Palazzo Chigi è destinata a rimescolare le carte in molti paesi calabresi dove la rielezione dei sindaci uscenti non è stata un’ipotesi finora presa seriamente in considerazione.

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