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Calabria, vertenze tirocinanti e Abramo Customer Care: la fumata è grigia, si guarda a Roma

Confronto in Cittadella tra i vertici della Regione e i rappresentanti sindacali

La svolta attesa sulle vertenze tirocinanti e Abramo Care ancora non c’è. Al termine del doppio appuntamento andato in scena ieri in Cittadella non s’intravedono grandi soluzioni per dare concretezza alle esigenze occupazionali di migliaia di precari calabresi.
Il governatore Roberto Occhiuto - affiancato dall’assessore al Lavoro, Giovanni Calabrese, e dal dg del dipartimento Roberto Cosentino nel confronto con i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Usb - ha provato a fornire rassicurazioni sull’impegno della Regione a favore dei tirocinanti d’inclusione sociale. Le speranze sono tutte riposte nel decreto Milleproroghe che nei prossimi giorni sarà all’esame del Parlamento per la conversione in legge. È in questo provvedimento che si punta a inserire una norma che consenta assunzioni per 18 mesi e a 18 ore settimanali per i circa 4mila precari calabresi da anni al servizio degli enti locali e di altre realtà come Asp e Camere di commercio. Il costo complessivo dell’operazione ammonterebbe a 60 milioni annui, con la Regione disposta a contribuire alle spese a carico dello Stato.
Scenario allo stesso modo incerto per quanto riguarda l’Abramo Customer Care, azienda operante nei call center e all’interno della quale lavorano circa mille calabresi. La crisi, per il momento, è stata congelata perché Tim ha prolungato fino a marzo la commessa grazie alla moral suasion operata dai vertici della Regione.

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