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Il governo sul Ponte: 1,6 mld da Calabria e Sicilia. Salvini: "Normale mettere fiches". L'opposizione: "Uno scippo! Serve un referendum"

E se il ministro dei Trasporti Salvini (come Germanà e la Lega in generale) lo ritiene "ragionevole", per Calderone (FI) è "inaccettabile". Fiorita: "Se lo facciano coi soldi della Padania", disapprovazione anche da parte di Floridia e Bevacqua, del M5S e +Europa e di FI Messina

Arriva l’ultimo emendamento del governo che rimodula i fondi per il Ponte sullo Stretto, sottraendo 2,3 miliardi di euro ai Fondi di sviluppo e coesione (Fsc) per alleggerire il conto dello Stato senza toccare lo stanziamento complessivo di 11,6 miliardi. La maggior parte delle risorse (1,6 mld) verranno dalla quota di fondi Fsc di Sicilia e Calabria, mentre altri 718 milioni saranno prelevati dalla quota dell’amministrazione centrale. Una ripartizione che fa sollevare le opposizioni, con il Pd che denuncia lo «scippo dei fondi coesione» e parla di «carrarmati di Mussolini» in moto.

La maggioranza

Salvini, normale che Sicilia e Calabria mettano fiches

"Un piccolo contributo richiesto a Sicilia e Calabra mi sembra banale, che ci mettano una piccola fiches è normale". Lo ha detto il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, alla presentazione del volume: 'Fatti per unire. Ponti nell’arte tra Messina, Roma, Genova e il fiume Kwai', circa i finanziamenti per il Ponte sullo Stretto. "Le grandi opere le fai perché sei convinto che portino sviluppo. Non ho nessuna voglia di fare polemica", ha aggiunto Salvini, sottolineando che «è il ponte degli italiani che non solo unisce Villa San Giovanni con Messina ma è un corridoio che unisce l’Europa ed è un ponte che la stessa Europa ci chiede da decenni".

"Sarà un moltiplicatore economico che oggi molti faticano a capire. Il ponte in sé stesso, come l’abbiamo fatto, costa la metà di quello che abbiamo stanziato perché l’intera cifra di 12 miliardi prevede 20km di strade in Sicilia e Calabria e 20km di ferrovie in Sicilia e Calabria. Costerà meno della metà di quello che è costato, senza lasciare traccia, il reddito di cittadinanza".

Già ieri aveva dichiarato che, "una compartecipazione seppur minima di Sicilia e Calabria mi sembra assolutamente ragionevole. Se ad ora ci mettono il 10 per cento e lo Stato ci metterà quasi il 90 per cento mi sembra giusto". Per Salvini, la compartecipazione "è stata condivisa con i presidenti" delle due Regioni. E ha osservato: "Il Ponte non è un’opera pubblica che unirà solo Sicilia e Calabria, ma tutta l’Italia ne gioverà in termini di lavoro e maggior crescita economica".

Germanà (Lega): "Nessuno 'scippo', risorse per sviluppo Sud"

Quella di Tommaso Calderone è un’affermazione che ci stupisce: una reazione del genere potremmo aspettarcela da certa sinistra che è contro lo sviluppo delle nostre terre, non certo da parlamentari del partito di Berlusconi. L’auspicio è che Tajani prenda le distanze da tali surreali dichiarazioni. È incredibile la critica sulla destinazione dei fondi di sviluppo e coesione al Ponte sullo Stretto indicata come sottrazione di risorse a Sicilia e Calabria come se Messina e Villa San Giovanni fossero in altre regioni. Inoltre, come più volte ribadito, nessun euro dei fondi PNRR, SIE, FSC e altri piani complementari (per un totale di 309 miliardi di euro) andrà perso. Questo risultato si ottiene posizionando i progetti più avanzati sul PNRR e quelli da realizzare su altri fondi, senza eliminare nessuna opera. Quindi, nessuno ‘scippo’ ma ‘saldo’ di risorse per le regioni Sicilia e Calabria. Oltretutto, finalmente, spendendo tutti i fondi e spendendoli bene, grazie alla determinazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, si realizzerà un progetto importante e con grande capacità di crescita per tutto il Meridione”. Così in una nota il senatore siciliano Nino Germanà, vicepresidente del Gruppo Lega e segretario in commissione Trasporti a Palazzo Madama.

Chi si oppone

Calderone (FI), inaccettabile l'uso fondi per la Sicilia

"Ritengo inammissibile che venga posto a carico della Sicilia una ulteriore parte della somma necessaria per costruire il Ponte sullo Stretto. Nella legge di Bilancio, leggo, si intendono utilizzare una rilevantissima parte di fondi destinati alla Sicilia per altre opere, per il Ponte. Si parla di un miliardo e sette. E’ inaccettabile. Si dovrebbe pensare, per principio costituzionale, a eliminare gli svantaggi derivanti dalla condizione di insularità e invece si agisce al contrario, rendendo vano il grande lavoro che sta svolgendo il presidente della Regione Siciliana, senatore Schifani, con il quale concorderò per le vie brevi, una audizione in Commissione per pianificare un intervento a difesa della Sicilia e dei siciliani". Così Tommaso Calderone deputato di Forza Italia e presidente della Commissione Bicamerale insularità.

Fiorita: "Se lo facciano coi soldi della Padania. E' ora di un referendum sull'utilità dell'opera"

"Come i faraoni dell'antico Egitto, che impegnavano risorse economiche immani per costruire le ambiziose piramidi, il leader della Lega Salvini rastrella con ogni mezzo i soldi per finanziare un'opera –  il ponte sullo Stretto – che la Calabria non ha mai voluto e cercato. La smania di passare alla storia come il realizzatore del ponte sta portando il vicepremier leghista a rastrellare tutte le risorse disponibili, anche a costo di privare la già debole Calabria degli strumenti finanziari per programmare il suo sviluppo. L'emendamento, con cui parte dei soldi che serviranno per il ponte – se mai si farà – saranno presi dalla riduzione del Fondo Sviluppo e Coesione destinato alla Calabria fino al 2027, è inaccettabile nel metodo e nella sostanza. La Calabria diventa più povera sull'altare di un'opera della cui utilità è legittimo serbare dubbio. Ma poiché Salvini agisce come se il ponte sia sostenuto e apprezzato dalla popolazione calabrese, è forse venuto il momento di fare chiarezza su questo punto. Si indica, come prevede lo Statuto della Regione Calabria, un referendum consultivo su questa opera e sulla sua obiettiva utilità. Si pronunci il corpo elettorale calabrese se effettivamente vale la pena sacrificare tutto per una sola opera. Ho la sensazione piuttosto netta che l'opinione pubblica calabrese sia molto indifferente o, in molti casi, molto scettica su questa opera. Io resto dell'idea che un potenziamento delle infrastrutture a terra e dei trasporti marittimi tra Calabria e Sicilia, associato a un ammodernamento delle flotte sotto il profilo tecnologico, risulterebbe una scelta più coerente, più economica, più eco sostenibile. Ma se proprio questo Governo vuole realizzare il ponte non lo faccia con i soldi della Calabria. Salvini si costruisca il suo giocattolo con i soldi della Padania".

Floridia: "Il Ponte? Propaganda che pagano siciliani e calabresi"

"Finalmente è arrivato in commissione l'emendamento di #Salvini che spiega come e dove verranno presi i soldi per il Ponte sullo Stretto. Bene, sapete cosa c'è scritto? Che verranno utilizzati 1,6 miliardi di euro del Fondo di Coesione destinati alla Sicilia e alla Calabria. Avete capito bene: il ponte lo pagano i siciliani e i calabresi con i soldi che dovevano servire per affrontare problemi come quello dei rifiuti, del settore idrico e dei trasporti e che invece serviranno solo per permettere a Salvini di fare propaganda in vista delle europee". Così su X la senatrice M5S Barbara Floridia.

Bevacqua: "Scippo al fondo di Sviluppo e Coesione"

"Siamo davanti al governo nazionale più antimeridionalista della storia. E non poteva essere diversamente visto che è pesantemente influenzato dalle volontà della Lega e di Matteo Salvini. Come se non bastasse il progetto di autonomia differenziata a delineare e definire la politica messa in atto dall’esecutivo Meloni nei confronti delle Regioni meridionali, adesso è arrivato l’ennesimo furto sulle risorse europee destinate a Calabria e Sicilia messo in atto per finanziare il Ponte sullo Stretto e consentire al Carroccio di continuare a sventolare la bandiera della propria campagna elettorale al Sud". A sostenerlo è il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Mimmo Bevacqua, dopo l’approvazione a Roma dell’emendamento alla manovra di bilancio che rimodula i fondi stanziati per il Ponte sullo Stretto. Rimodulazione che prevede una riduzione degli oneri a carico dello Stato di 2,3 miliardi su un totale di circa 11,6 miliardi fino al 2032. In particolare la somma recuperata dallo Stato arriva direttamente dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni arrivano dalla quota del fondo destinata alle amministrazioni centrali e addirittura un miliardo e seicentomila dalla quota destinata alle regioni Calabria e Sicilia. "Il governo torna a mettere le mani direttamente nelle tasche dei cittadini calabresi andando a diminuire fondi già stanziati per la Calabria e per la Sicilia.
Fondi che rappresentavano una boccata di ossigeno per realizzare opere basilari per i territori che versano ancora in grado di profonda arretratezza rispetto al resto del Paese, anche per quel che riguarda infrastrutture e trasporti. E così - prosegue Bevacqua - il governo per consentire a Salvini di continuare a nascondersi dietro il bluff del Ponte sullo Stretto non ha trovato nessuna risorsa aggiuntiva da destinare alla mega opera, ma soltanto risorse già esistente e destinati alla Regioni per altri investimenti. Davvero un gioco delle tre carte penoso che non può lasciare indifferente neanche il governatore Occhiuto dal quale ci aspettiamo una ferma presa di posizione a tutela della Regione che presiede. Appena lunedì scorso avevamo denunciato il bluff del governo su un’altra alchimia contabile relativa ai presunti fondi stanziati per Rfi nella nostra Regione, quando è chiaro che l’alta velocità al momento si fermerà al confine della nostra Regione". "I cittadini calabresi e meridionali sono stanchi di essere presi in giro da questo centrodestra che ogni giorno continua a isolare il Meridione e renderlo sempre più povero - conclude il capogruppo dem - Serve una ferma presa di posizione dell’intera classe dirigente del Meridione per fermare la deriva del governo Meloni per bloccare lo scippo di risorse in atto e il progetto di autonomia differenziata che dividerà in modo insanabile il Paese".

+Europa: "Il governo usa fondi già destinati al Sud"

«Le scelte del governo Meloni sulla realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina stanno mostrando tutta la loro insensatezza: di fronte a un divieto sostanziale del Mef di ricorrere a nuove risorse, si vuol procede saccheggiando il Fondo Sviluppo e Coesione, distraendo cioè risorse al reale sviluppo economico e sociale del Mezzogiorno. Se per fare il Ponte bisogna rinunciare ad avere investimenti per il contrasto del dissesto idrogeologico, o per la manutenzione delle reti idriche per lo sviluppo delle ferrovie locali o per le infrastrutture sociali delle aree interne e periferiche di Calabria e Sicilia, avremo un Ponte nel deserto, non sullo Stretto». Lo dichiarano Piercamillo Falasca, vicesegretario di Più Europa, e Palmira Mancuso, della direzione nazionale di Più Europa. «E tutto questo avverrebbe dopo che la revisione del Pnrr ha penalizzato soprattutto il Sud, con miliardi di euro di progetti destinati ai comuni bloccati e rinviati anch’essi a un ipotetico finanziamento del Fondo Sviluppo e Coesione, di cui peraltro non si ha ancora traccia, per la contrarietà del Mef. La vicenda del Ponte - concludono Falasca e Mancuso - mostra ancora una volta la totale assenza di visione per il Mezzogiorno da parte del governo Meloni: si procede per slogan e titoli di giornale, come sulla Zes unica o appunto sul Ponte sullo stretto, senza strategia e senza coerenza».

Il M5S Calabria: "La rapina ai cittadini calabresi e siciliani è compiuta"

«La rapina, ai cittadini calabresi e siciliani, è compiuta. Sono loro, infatti, che pagheranno, a caro prezzo, il Ponte sullo Stretto voluto da Salvini con risorse che sarebbero dovute servire ad altro, per supportare cioè la crescita di due territori fra i più poveri d’Europa». Lo affermano i deputati calabresi del Movimento 5 stelle Anna Laura Orrico, Vittoria Baldino, Elisa Scutellà e Riccardo Tucci, l’europarlamentare Laura Ferrara ed il capogruppo regionale Davide Tavernise. «Non ci sono - aggiungono - i fondi per realizzare l’opera pubblica più divisiva della storia nazionale annunciata nella perenne campagna elettorale leghista? Benissimo, il governo li va a prendere, con un proprio emendamento alla Legge di Bilancio, nel Fondo di Coesione e Sviluppo: qualcosa come 2,3 miliardi di euro che alleggeriscono una manovra cieca e senza investimenti e rendono vani gli sforzi per bilanciare il divario fra Nord e Sud. E sì, perché quei soldi rappresentano il principale strumento che possiede il governo per il finanziamento e l’attuazione delle politiche di riduzione degli squilibri economici e sociali nel Paese. Dopo l’Autonomia differenziata ed altri provvedimenti predatori similari come quest’ultimo, è evidente come l’esecutivo sia nemico del meridione. D’altronde, l’emendamento, presentato questo sì coi favori delle tenebre, ci consegna l’immagine di un governo che, per camuffare una spregiudicata operazione di bassa politica, è pronto a tutto». «Il governatore Occhiuto, come da copione - dicono ancora Orrico, Baldino, Scutellà, Tucci, Ferrara e Tavernise - mantiene la consegna del silenzio funzionale esclusivamente al suo feudo calabrese: magari, ci darà pubblicamente ragione fra un pò, così come ha già fatto, fuori tempo massimo s'intende, con il Reddito di cittadinanza e l’Autonomia differenziata».

Cinzia Coscia (responsabile FI Messina): "Con Calderone e Schifani, le risorse restino in Sicilia"

"Porre a carico di Sicilia e Calabria una trance di 1,3 miliardi di costo per la realizzazione del Ponte sullo Stretto è una decisione scellerata ed inaccettabile. Quale responsabile di FI Messina non posso che condividere ed apprezzare la battaglia che stanno combattendo a Roma l'On. Calderone ed il Presidente Schifani per riportare in Sicilia le risorse che qualcuno intende inopinatamente sottrarre al nostro territorio per la realizzazione di un'opera che non è della Sicilia ma dell'Europa".

Cgil, "sul Ponte il governo fa il gioco delle tre carte"

"Mentre tutte le analisi, a partire da quella dello Svimez, confermano che senza l’utilizzazione massiccia di risorse aggiuntive il Mezzogiorno rischia la più cruda recessione, vengono sottratti alla Sicilia e alla Calabria 1.600 milioni del Fondo di Sviluppo e Coesione per dirottarli sul Ponte dello Stretto. Proprio come nel gioco delle tre carte il ministro Salvini fa apparire e scomparire, a suo piacimento, le risorse". È quanto dichiarano in una nota congiunta il segretario confederale della Cgil nazionale Pino Gesmundo e i segretari generali della Cgil Calabria e della Cgil Sicilia, Angelo Sposato e Alfio Mannino commentando l’emendamento del governo alla manovra che utilizza i Fondi di coesione per finanziare il Ponte. Per i dirigenti sindacali "pur di raschiare il barile, visto che le risorse vere per il Ponte sono pochissime e quelle certe si fermano a 780 milioni per il 2024, giusto per mettere qualche prima pietra a fini elettorali per le Europee, viene compiuta un’azione piratesca ai danni di due Regioni, la Calabria e la Sicilia, sottraendo loro una quantità immensa di risorse europee che dovrebbero essere destinate a colmare il divario socioeconomico e superare gli squilibri territoriali. Il tutto - sottolineano - senza una discussione di merito che investa le due istituzioni interessate e i Consigli regionali, che su un aspetto di tale importanza non possono restare silenti o, peggio, essere esautorati, e lo stesso partenariato economico-sociale". Mannino specifica che "la stessa giunta regionale Siciliana, che in un primo tempo si era resa disponibile ad utilizzare un miliardo di sue risorse del Fsc 2021-2027, ha revocato polemicamente questa sua disponibilità".

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