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Calabria, il governo stoppa l’ipotesi di assicurare il voto ai fuori sede già a maggio

Lo stop in commissione alla Camera. Decine i Comuni chiamati alle urne tra poco più di un mese

Wanda Ferro

Il voto fuori sede è ormai entrato nell’agenda politica grazie a una rete di giovani - diversi dei quali calabresi - che è riuscita a far arrivare in Parlamento diverse proposte. Ma benché l’Italia sia (con Cipro e Malta) l’unico paese in Europa in cui non è ancora possibile, i primi segnali che arrivano dal nuovo governo non sono in questo senso incoraggianti: impossibile ormai che se ne possa parlare per le imminenti Amministrative (42 i Comuni chiamati al voto in Calabria tra il 14 e il 15 maggio), da vedere se si riuscirà ad arrivare a qualche risultato per le Europee del 2024.

È stata la sottosegretaria (calabrese) all’Interno, Wanda Ferro, a chiarire nei giorni scorsi la posizione dell’esecutivo nella Commissione Affari costituzionali della Camera. Il suo intervento ha riguardato in realtà la questione dell’abbinamento a un altro testo di una proposta di legge di un’altra calabrese, Vittoria Baldino del M5S, che oltre alla possibilità di voto anticipato per i fuori sede riguarda anche un eventuale election day. Per questo secondo Ferro l’intervento è «troppo ampio e generico» e, in merito alla proposta di far votare i fuori sede negli uffici postali individuati a seguito di una convenzione con il Viminale, ha ribadito «le perplessità già manifestate dalla Direzione centrale per i servizi elettorali sulla opportunità di coinvolgere nel procedimento elettorale, strutture non rientranti tra i soggetti pubblici ordinariamente deputati alle attività finalizzate alla libera espressione dei diritti politici».

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