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Frenata sul termovalorizzatore di Gioia Tauro. E vacilla il nuovo piano rifiuti

“Bocciata” l’unica proposta per il potenziamento

Trema dalle fondamenta il piano regionale dei rifiuti. Con lo stop dell’iter per l’adeguamento e il potenziamento (con l’attivazione di terza e quarta linea) del termovalorizzatore di Gioia Tauro rischia di cedere, infatti, il perno fondamentale della programmazione dell’amministrazione Occhiuto in materia di smaltimento della spazzatura.
Ad alzare il “disco rosso” è il dipartimento Territorio e Tutela dell’ambiente della Regione, che ha dichiarato formalmente la non fattibilità dell’unica proposta pervenuta nell’ambito della procedura di project financing avviata nei mesi scorsi e conclusa adesso con un nulla di fatto.
Poco dopo il suo insediamento, il collegio di esperti nominato per valutare la “candidatura” alla realizzazione e alla gestione dell’intervento «ha ritenuto che – si legge nel decreto di “bocciatura” – al progetto di fattibilità tecnica ed economica dovessero essere apportate modifiche necessarie per poter considerare la proposta conforme all’interesse pubblico sotteso alla realizzazione dell’opera». Alla richiesta della stazione appaltante, il gruppo guidato da “T.M.E. – Termomeccanica Ecologia” insieme a “Calabra Maceri e Servizi”, “Intercantieri” e “Ecosistem” ha risposto chiedendo «una preliminare condivisione delle scelte tecniche adottate», istanza alla quale la commissione ha replicato non ritenendola «necessaria». Ne è scaturita una richiesta di proroga di 60 giorni prima «al fine di integrarne la solidità finanziaria e l’esperienza gestionale» e successivamente «per la condivisione tra soci e quindi l’integrazione finale della proposta», negata anche questa dalla Regione «sulla base della considerazione – si legge sempre del decreto – che l’operatore economico avesse avuto un tempo sufficientemente congruo, a partire dall’incontro del 15 settembre, per effettuare le modifiche richieste e, eventualmente, rafforzare la compagine del raggruppamento». Da qui il verdetto finale del collegio secondo cui – in mancanza di una serie di elaborati tra i quali il piano economico-finanziario e la relativa asseverazione, la bozza di convenzione, la matrice dei rischi, la specificazione delle caratteristiche – la proposta «non può essere valutata positivamente ai fini della dichiarazione di fattibilità e di conformità ai fabbisogni e all’interesse pubblico sottesi alla realizzazione dell’opera».

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