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Regione Calabria, la "casta" ci riprova: vuole più poltrone

Rimpasto, Fdi punta su Calabrese. Ridda di voci nella Lega, Occhiuto attende un nome da Salvini: nella lista Bozzo, Reale, Iannini. Rigurgiti di “casta” in Consiglio: il centrodestra vuole l’incompatibilità tra consiglieri e assessori. I nominati nell’esecutivo temporaneamente sostituiti dai “supplenti”. Risultato? Più poltrone

Giovanni Calabrese (Fratelli d'Italia)

La telefonata attesa da Roma ancora non è arrivata. E il rimpasto di Giunta regionale rimane così appeso alle indicazioni che dovrà fornire Matteo Salvini. Il governatore Roberto Occhiuto aspetta infatti un segnale dal leader della Lega prima di chiudere una pratica a cui lo stesso presidente vorrebbe dedicare «meno tempo possibile». La metà delle scelte è comunque compiuta: Fratelli d’Italia, dopo la promozione in Senato di Fausto Orsomarso, sarà rappresentata nell’esecutivo (a meno di clamorose sorprese dell’ultima ora), oltre che da Filippo Pietropaolo, anche da Giovanni Calabrese, attuale sindaco di Locri. Decisiva in tal senso si è rivelata l’opera di moral suasion messa in atto da Giovanni Donzelli, parlamentare che ha ricevuto le chiavi del partito dopo il trasloco di Giorgia Meloni a Palazzo Chigi.
Molto dipenderà pure dal nome che uscirà dal cilindro di Salvini. In casa del Carroccio calabrese sono ore di grandi travagli. Il “no” di Simona Loizzo a lasciare lo scranno appena conquistato a Montecitorio - così da far posto al commissario Giacomo Saccomanno - ha ulteriormente complicato la discussione interna. Le ipotesi sul punto si accavallano - le ultime, in ordine di tempo, portano all’ex assessore rendese Ida Bozzo e all’attivista di Corigliano Rossano Marika Reale e all’avvocatessa dello jonio cosentino Maria Carmela Iannini - e nella ridda di voci non è affatto da escludere che lo stesso Salvini possa imporre un nome finora tenuto al riparo dal gossip di un partito che ribolle. La scelta di Loizzo spiana così la strada al ritorno in Consiglio regionale di Pietro Molinaro, primo dei non eletti nella circoscrizione nord, ma complica i rapporti con Saccomanno che resta ancora il principale rappresentante della Lega in Calabria e con Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, che non sarebbe stato nemmeno coinvolto nella discussione. In ogni caso, siamo agli sgoccioli.

Il “rigurgito” della Casta

I giochi fin qui descritti potrebbero saltare se la proposta di legge depositata in Consiglio a firma dei capigruppo di maggioranza (tranne la Lega) dovesse vedere la luce. Il testo introduce in pratica l’incompatibilità tra la carica di consigliere regionale e quella di assessore regionale stabilendo le procedure per la sospensione dalla carica di consigliere dopo la designazione in Giunta e la relativa sostituzione temporanea con il cosiddetto “consigliere supplente” (legge peraltro già impugnata dal governo negli scorsi anni): si stabilisce quindi che quando il consigliere sostituito cessa dalla carica di assessore il Consiglio regionale dispone la revoca della supplenza e il reintegro nella carica. Un’eventualità che potrebbe tornare a utile a chi (vedi il meloniano Giuseppe Neri) ambisce a un posto in Giunta ma teme di lasciare lo scranno in Aula.

Gli altri cambi in Consiglio

Turnover atteso anche tra i banchi del Consiglio regionale. La sostituzione degli eletti in Parlamento non avverrà prima del mese prossimo perché finora la Giunta per le elezioni è sistematicamente saltata per mancanza del numero legale. I subentranti - Sabrina Mannarino per Orsomarso, Domenico Giannetta per Giovanni Arruzzolo, Pietro Molinaro per Loizzo (e, nell’opposizione, Antonio Billari per Nicola Irto) - dovranno attendere ancora qualche settimana.

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