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Indennità speciali alla Regione Calabria, i revisori dei conti: stop erogazioni

Producono i primi effetti due sentenze pronunciate dai giudici

La sede della Regione Calabria a Catanzaro

È sempre più in bilico il futuro del personale inserito nelle strutture speciali del presidente e degli assessori e negli organismi ausiliari dei dirigenti generali della Regione. Tutto ruota attorno a una sentenza del Tribunale del lavoro di Catanzaro, confermata in Appello, di cui questo giornale ha dato notizia nei giorni scorsi, che ha sancito l’illegittimità dei compensi aggiuntivi erogati, ormai da tanto tempo, a tali figure. Questi organismi abbondano e a parte le strutture che fanno capo ai membri dell’esecutivo, sono disciplinati da un regolamento del 2017 (varato dall’allora Giunta Oliverio) che ne ha ampliato il numero ma senza fare cenno alle indennità invece previste da una delibera del 2002.
Ora la vicenda rischia di complicarsi ulteriormente a causa della posizione espressa dai revisori dei conti della Regione che in una lettera inviata ai vertici della Cittadella chiedono di sospendere l’erogazione di ogni somma. Fin troppo facile intuire che se ciò avvenisse, si aprirebbe un caos indescrivibile considerato che centinaia di persone si vedrebbero ridotto lo stipendio finora percepito. La sentenza di primo grado, peraltro, risale al 2017 e nessuno, almeno fino a qualche settimana fa, aveva sollevato il problema che preoccupa (e non poco) i massimi responsabili della Regione. Diverse riunioni si sono susseguite negli ultimi giorni per venire a capo di una situazione parecchio ingarbugliata, e anche se c’è chi assicura che una soluzione per uscire dall’impasse sarebbe stata trovata, nulla di ufficiale ancora trapela.

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