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Calabria in film e fiction, Lebrino ed Epifanio: lede la nostra dignità

Il cast di "La sposa"

Il segretario provinciale del Psi di Vibo, Gian Maria Lebrino, e la consigliera comunale di opposizione a Zambrone (candidata a sindaco alle ultime elezioni), Mariella Epifanio, hanno indirizzato una lettera al presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, "su come il sud viene trattato da molte fiction (per citarne alcune, “Solo”, “Tutta colpa della fata Morgana” e “La sposa”), e come questo leggero modo di trattare l’appartenenza meridionale dei protagonisti, negli stili di vita, il modo di parlare, di vivere, l’immagine stessa di questa terra, leda la nostra dignità".

Secondo i due esponenti politici, "è innegabile l’esistenza di radicati metodi e sistemi criminali (elementi che non sono comunque assenti nel resto d’Italia e quindi prerogativa di un sud in quanto tale) che la società civile tutta deve combattere quotidianamente con ogni atteggiamento onesto e rispettoso delle regole e dello Stato ma, ci ribelliamo contro un modo di rappresentare la nostra terra, basandosi su preconcetti arcaici o spesso fantasiosi, leggerezza nella trattazione di lingue, costumi, temi, ambienti che meriterebbero uno studio più approfondito da personale maggiormente specializzato e profondo conoscitore della storia e dell’antropologia della nostra Calabria. La Calabria per andare in TV, ha bisogno di uno staff esperto, che si attenga a regole e programmazione di crescita mediatica, che sia all’altezza della sua bellezza e delle sue potenzialità in termini di richiamo turistico, di una programmazione di storie che raccontino la Calabria in modo autentico, ne esaltino le virtù e ne denuncino i vizi lì dove è necessario o dovuto. Personaggi come Luigi Maria Lombardi Satriani o Vito Teti, per citarne solo alcuni, potrebbero visionare le storie e affiancare registi e autori, correggerne insieme le imperfezioni e dare di questa terra, l’immagine più autentica. Vorremmo film che parlino di Campanella, del chirurgo nicoterese Cavallari o dello scrittore sanluchese Corrado Alvaro. Si faccia conoscere la Calabria enogastronomica, quella che sa accogliere e che ha accolto i popoli Albanesi, Occitani e Greci, la terra della Varia di Palmi, di Gianni Versace o dei prestigiosi e umili artigiani come quello delle pipe di Grenci o della caparbietà di giovani resilienti come Stefano Caccavari e il suo progetto Mulinum".

Lebrino ed Epifanio si dicono "stanchi di essere rappresentati come la terra dei ciucci, delle coppole e delle lupare, del dialetto indefinito a tratti inventato e dal suono pesante e forzato, di quelle riprese men che mediocri che dovrebbero esaltare le bellezze di questa terra e invece, mostrano proprio le sue vergognose criticità. Criticità a cui è la politica a dover dare soluzioni prima che diventino elementi di curriculum mediatico di una regione a cui tutto serve, tranne che pressapochismo. Si usi questo splendido strumento di cultura e propaganda per omaggiare la Calabria delle montagne incantante, del suo mare smeraldo, delle sue viste mozzafiato. Presidente, le chiediamo di prendersi cura della nostra terra attraverso ogni sua rappresentazione televisiva. La Calabria non si improvvisa e non si può raccontare senza che la si conosca bene. Abbiamo appreso che la Calabria film commission, attraverso cui passano molti fondi statali, ha in produzione sedici progetti televisivi per il 2022. Ecco, ci auguriamo che ad ogni set, si possa proporre al mondo il racconto di una Calabria più autentica, quella che ci riempie di orgoglio anche nelle piccole cose, nella sua grande storicità e cultura, che ti stringe il cuore quando sei lontano, che chiede solo di mostrarsi nella sua unicità, che denuncia perché ha preso finalmente coraggio".

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