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Calabria: carenze del 118, D'Ippolito chiede un incontro con Occhiuto

Il deputato M5S ha dichiarato: "Urgente la convergenza di tutti i parlamentari calabresi per modificare l'inquadramento dei medici e quindi potenziare gli organici"

Giuseppe D'Ippolito

«Confido in un incontro a breve con il commissario alla Sanità calabrese, Roberto Occhiuto. C’è un’emergenza nell’emergenza, cioè la carenza di medici nelle postazioni del 118, in cui persistono problemi molto gravi riguardo all’organizzazione dei turni e all’efficacia dei soccorsi, che troppo spesso avvengono senza medico in ambulanza». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S, Giuseppe d’Ippolito, che nella recente conversione del disegno di legge di Bilancio è riuscito a farsi approvare un proprio ordine del giorno che impegna il governo «a valutare, già nei prossimi provvedimenti normativi, di inquadrare i medici dell’emergenza urgenza, della continuità assistenziale e della specialistica ambulatoriale in maniera tale da favorire, anche con percorsi adeguati di stabilizzazione dei precari e di formazione specifica dei reclutati, la copertura dei relativi organici in tutto il territorio nazionale, anche per consentire il pieno rispetto della legge numero 161/2014, specie nella regione Calabria, che nei predetti ambiti presenta carenze di personale medico tali da mettere a rischio la tutela del diritto alla salute».

«Visto che il Parlamento ha impegnato il governo in questo senso, tutti noi parlamentari calabresi – spiega il deputato del Movimento 5 Stelle – dobbiamo convergere, insieme al commissario e presidente Occhiuto, affinché al più presto l’esecutivo provveda in concreto per come indicato nell’Ordine del giorno. I medici del 118, della continuità assistenziale e della specialistica ambulatoriale sono fondamentali, specie in questo momento caratterizzato dalla recrudescenza del nuovo coronavirus e dal relativo intasamento degli ospedali».

«Nel Lametino e in tutte le altre aree della Calabria – conclude D’Ippolito – il settore dell’emergenza-urgenza è in ginocchio e il suo personale è stremato, sfiduciato, costretto a combattere senza forze. Inoltre, l’impennata dei casi Covid, anche critici, sta bloccando l’assistenza ordinaria, con conseguenze pesanti quanto incalcolabili. Urge un’azione politica congiunta».

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