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Calabria, ricorsi (e veleni) per un seggio: il Consiglio può cambiare volto

Già sette gli esposti che saranno discussi davanti al Tribunale di Catanzaro

Palazzo Campanella a Reggio, sede del Consiglio regionale della Calabria

Il Tribunale di Catanzaro potrebbe riscrivere la geografia del Consiglio regionale. Tra il 17 e il 19 gennaio prossimi sono infatti in programma le discussioni di diversi ricorsi elettorali che, se accolti, muteranno gli equilibri all’interno di alcuni partiti.
I legali che hanno ricevuto l’incarico dai ricorrenti stanno mettendo a punto memorie e altri documenti da presentare ai giudici del Tribunale del capoluogo calabrese. L’attesa è davvero alta. Tra coloro che contestano il verdetto elettorale c’è Antonello Talerico, presidente dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro, e primo dei non eletti di Forza Italia nella circoscrizione centro. Talerico, con il ricorso presentato, spera di riuscire a dimostrare l’ineleggibilità (e quindi la decadenza) di chi l’ha preceduto in lista ovvero Michele Comito e Valeria Fedele. Entrambi respingono le accuse avanzate da Talerico e cioè la violazione di alcune leggi relative alla posizione professionale dei candidati, sul piano teorico favoriti per la natura e l’apicalità del ruolo ricoperto durante il periodo elettorale. Contro Fedele, già direttore generale della Provincia di Catanzaro, ricorre pure Silvia Parente - figlia dell’ex capogruppo forzista Claudio - arrivata al quarto posto nella lista berlusconiana dell’area centrale.

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