“Nel Consiglio dei ministri che si è da poco concluso, il governo, tra le altre cose, ha approvato il decreto cosiddetto Milleproroghe. All’interno di questo provvedimento è stata inserita la norma che equipara i lavoratori di pubblica utilità (Lpu) calabresi ai lavoratori socialmente utili (Lsu)". Lo afferma in una nota Roberto Occhiuto, presidente della Regione Calabria.
"Finalmente tanti precari storici - prosegue - avranno un contratto dignitoso e potranno guardare al futuro con speranza e tranquillità. Avevo preso questo impegno con i lavoratori calabresi e, anche grazie all’azione sinergica di tante energie che hanno remato tutte nella stessa direzione, oggi abbiamo una risposta chiara e netta. Ringrazio, per la sensibilità dimostrata, il governo Draghi, e in particolare il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Garofoli, i ministri Franco e Orlando, e la vice ministra Castelli. Una bella notizia per tante famiglie e per la nostra Regione”.
Dello stesso tenore le dichiarazioni della deputata Pd, Enza Bruno Bossio: "Il Governo ha appena decretato nel provvedimento milleproroghe la norma che equipara i lavoratori di pubblica utilità (LPU) calabresi ai lavoratori socialmente utili (LSU). Con questo provvedimento - aggiunge - gli LSU e gli LPU stabilizzati avranno un finalmente un contratto dignitoso coerente con il profilo di lavoratori dipendenti della Pubblica Amministrazione. In questa occasione si è registrata una prova di forte unità. Sono state dismesse le magliette di appartenenza politica e sono stati perseguiti, da tutti, solo gli interessi dei lavoratori. Dobbiamo ringraziare per questo risultato il ministro Orlando per il suo coerente impegno ad assumersi una diretta responsabilità e il presidente Occhiuto per la determinazione con cui ha seguito la vicenda non solo come presidente della Calabria ma anche come rappresentante di una forza politica della maggioranza parlamentare di governo. Parimenti, va dato atto a tutti quelli che, dal sindacato ai parlamentari calabresi, ai consiglieri regionali e a Carlo Guccione, non hanno mai smesso di crederci".
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