A parole tutti si dicono d’accordo: senza unità il centrosinistra rischia di consegnare la Regione nuovamente in mano alla destra. Nella sostanza, però, le divisioni nel campo progressista restano evidenti. E l’appello lanciato da Mario Oliverio a un passo indietro di tutti i candidati in campo - lui stesso, ma anche Amalia Bruni e Luigi de Magistris - per cercare in pochi giorni una figura unitaria è destinato a cadere nel vuoto.
La candidata del centrosinistra a guida Pd-M5S continua a ripetere di essere aperta al dialogo con tutti, ma a patto che si parta dalla coalizione che lei stessa guida. Idem fa l’ex pm di Catanzaro, da mesi alla guida del Polo civico. La verità è che la mossa di Oliverio è soltanto un tentativo per fare uscire allo scoperto i suoi competitor. Sa bene, l’ex governatore, che arrivati a questo punto la strada verso l’unità si fa sempre più stretta se non impraticabile.
I pontieri, comunque, non si arrendono. È il caso di Giuseppe Aieta, consigliere regionale dei Democratici Progressisti, in buoni rapporti con Oliverio e con i vertici del Pd. "Il campo del centrosinistra - dice - è a pezzi: tre autorevoli candidati votati ad una sonora sconfitta a tavolino che sarà un vero e proprio bagno di sangue".
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