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Regionali in Calabria, Oliverio "terzo incomodo" a sinistra: balcanizzato il campo progressista

Bruni e de Magistris costretti a fare i conti con un nuovo competitor

Mario Oliverio

La tentazione è forte e potrebbe concretizzarsi nelle prossime ore. Mario Oliverio attende di consumare gli ultimi passaggi - non vuole essere additato di aver lavorato per dividere il già frammentato fronte della sinistra calabrese - dopodiché potrebbe ufficializzare ciò che alcuni suoi fedelissimi danno ormai per scontato ovvero la discesa in campo per la presidenza della Regione.

Il ritorno in campo dell’ex governatore sarebbe accompagnato da almeno due liste - una porterà il marchio dei Democratici Progressisti - e da uno stuolo di candidati rimasti vicini a lui. La candidatura di Oliverio sarebbe la terza tra quelle riconducibili al campo progressista dopo Amalia Bruni e Luigi de Magistris. L’obiettivo, non dichiarato ufficialmente, è riconquistare uno spazio nel centrosinistra dopo l’esclusione decretata nei suoi confronti dai vertici del Pd nazionale. Tra coloro disposti a seguirlo ci sarebbero i consiglieri regionali di Dp, Giuseppe Aieta e Antonio Billari, l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Francesco D’Agostino.

E poi ancora Lucio Dattola, già alla presidenza dell’Arcigay di Reggio Calabria, Salvatore Censore, figlio dell’ex parlamentare dem Bruno, oltre a diversi amministratori locali. Un esercito variegato in campo con l’obiettivo di riuscire almeno a superare la soglia di sbarramento, fissata all’8 per cento per le coalizioni. Se l’obiettivo dovesse essere raggiunto si restringerebbero gli spazi di manovra per gli altri schieramenti relegati all’opposizione. Ecco perché settori del centrosinistra classico e del Polo civico sperano ancora di riuscire a chiudere in accordo in extremis con Oliverio.

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