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Regionali Calabria, il malcontento delle Sardine e di Oliverio

La candidatura dem di Amalia Bruni non cancella le critiche alle modalità di selezione

L’aula del Consiglio regionale calabrese di Palazzo Campanella a Reggio Calabria

Pd e M5S ripartono dalla scienziata Amalia Bruni per la corsa alle elezioni regionali d’autunno ma se nei 5 Stelle il clima è di soddisfazione, nell’area del centrosinistra non tutti sono contenti di uno scenario che non sembra essere mutato rispetto a quello di qualche settimana fa, con la candidatura, poi tramontata, di Maria Antonietta Ventura. «AL di là della persona, di valore e da rispettare, il problema è che si persevera in un’impostazione sbagliata e verticistica». Non le manda a dire l’ex governatore Mario Oliverio che già qualche giorno fa aveva lanciato un appello-ultimatum al segretario nazionale dem Enrico Letta invitandolo ad avviare in Calabria un’azione ampia, condivisa e partecipata per individuare il candidato. Molto dure le considerazioni della portavoce nazionale delle Sardine Jasmine Cristallo, «per mesi testimone della strategia suicida del centro-sinistra e in particolare del Pd calabrese a gestione commissariale». Cristallo parla di una strategia per «salvaguardare lo status quo e gli assetti di potere locale, come confermato da Nicola Irto che ha parlato di trasversalismo e potere di alcuni feudi».

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