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L'appello di Primavera della Calabria, difendiamo la dignità dei ricercatori: basta polverizzazione dei fondi

«Con l’ultimo bando dell’amministrazione regionale a guida Spirlì per finanziare percorsi di studio per risolvere le criticità del sistema, con invito rivolto alle tre università calabresi, assistiamo all’ennesima miopia in un settore strategico come quello della ricerca e della depurazione e all’ennesima polverizzazione di fondi. Le attività previste avranno una durata di circa due anni. Come si legge nel bando, le spese ammissibili a contributo sono i costi per gli Assegni di Ricerca, ovvero 23.721 euro annui per assegnista, lordi, ovvero ventuno assegni di ricerca complessivi, ragionevolmente quindi sette assegni di ricerca per ateneo.   Nessuna voce di spesa ammissibile relativa ad investimenti e trasferimento tecnologico. Inoltre, tra valutazione dei progetti e pubblicazione dei bandi di concorso, si parlerebbe di una sola annualità. È la solita mancia pre-elettorale, l’ennesima offesa al mondo della ricerca». È quanto si legge in una nota di Primavera della Calabria.

«Non si può offendere in questo modo la dignità dei ricercatori. La Regione Calabria, se davvero volesse coinvolgere il mondo della ricerca nella risoluzione di problemi propri del nostro territorio, dovrebbe mettere in piedi un programma di finanziamento serio, “cunchiudente”, come una delle parole chiavi del nostro  programma. Come possono poco più di venti assegnisti di ricerca risolvere a mani nude il problema della depurazione, senza la possibilità di fare investimenti e di promuovere quel trasferimento tecnologico necessario per favorire innovazione in un settore critico come è quello della depurazione? La ricerca si fa con una missione e una visione e non polverizzando i fondi pubblici. Agli annunci roboanti dell’assessore Savaglio, che addirittura sembra prospettare la fine dell’annoso problema dell’inquinamento delle acque, chiediamo: quali sono questi mezzi? 500 mila euro? Offrire queste cifre, tra l’altro senza la possibilità di fare investimenti, significa non conoscere come funziona il mondo della ricerca, come si promuove trasferimento tecnologico, e come si risolvono i problemi. La triste verità è che i fondi di Sviluppo Regionale, fondi di tutte le calabresi e di tutti i calabresi, per l’ennesima volta, non saranno utilizzati per favorire quello sviluppo regionale per i quali sono stati concepiti, ma come mancia pre-elettorale».

Primavera della Calabria infine ricorda «a tutte le calabresi e a tutti i calabresi che il vero nodo della nostra regione non consiste nella mancanza di risorse, ma una mancanza di una missione e di una visione a livello regionale. Cambiamo passo, ribelliamoci a queste armi di ricatto, per il bene dei nostri giovani, per il nostro futuro. Ci rivolgiamo, infine, ai rettori dei tre Atenei: rifiutate questa mancia elettorale, rifiutate questa elemosina, difendete la dignità dei vostri ricercatori».

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