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Regionali in Calabria, Maria Antonietta Ventura molla tutti gli incarichi

La svolta garantista di Pd e M5S. Ma non mancano i mugugni tra gli eletti

«Chi mi ha chiamata? Beh, direi un po’ tutti». Benedetta da Letta, Conte e Speranza, Maria Antonietta Ventura, la candidata al ruolo di presidente della Regione per il centrosinistra, si è già tuffata nella nuova avventura. La macchina organizzativa è in rodaggio, ma alcuni passaggi sono stati già consumati. «Ho lasciato la presidenza dell’Unicef calabrese - spiega Ventura - per tenere fuori da ogni contesa politica una realtà così importante. E lo stesso farò con gli incarichi ricoperti all’interno della società di famiglie. Lunedì (domani, ndr) presenterò le dimissioni formali da presidente del Cda della “Francesco Ventura costruzioni ferroviarie”».

Inutile negarlo: il parto è stato sofferto assai. Con un gruppo dirigente calabrese completamente tagliato fuori da ogni coinvolgimento nella scelta. L’investitura di Ventura segna un cambio di passo, una svolta in direzione della difesa del garantismo.

In altri tempi difficilmente i 5 Stelle avrebbero detto “no” a profili sondati come quello della magistrata Gabriella Reillo e fornito, invece, il loro assenso su una candidata il cui fratello, Pietro - che con lei condivide l’avventura imprenditoriale nel campo dell’armamentario ferroviario -, è coinvolto in un’inchiesta su appalti pubblici (in cui sono coinvolti big del Pd come Nicola Adamo e Mario Oliverio) e con lo spettro di un conflitto d’interesse se, da presidente, sarà chiamata a occuparsi di ferrovie.

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