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Calabria, Democratici riformisti a Letta: convocare subito gli stati generali

Il componente dei Democratici e Riformisti, Italo Reale

Gli esponenti dei Democratici riformisti Mario Franchino, Mario Muzzí, Tonino Simone, Carmine Zaccaro, Angelina Giordano, Antonello Pompilio, Pietro Midaglia, Francesco Macrí, Enzo Reda, Pino Lefosse, Franco Madeo, Italo Reale, Salvatore Pedullà, Ninì Sprizzi hanno scritto al segretario nazionale del Pd, Enrico Letta, avanzando «la pretesa che siano convocati, e subito, gli stati generali dei democratici calabresi, comprensivi di tutte le sensibilità storiche istituzionali e di partito, per disegnare unitariamente la road map di un progetto di ripartenza del Pd con nuovo slancio e rinnovata fede nei valori riformisti che ne hanno caratterizzato lo spirito fondativo! Coltiviamo il sogno di contribuire e riconnettere un rigenerato e rifondato Pd alla società civile e alla Calabria tutta».
«Spiace esordire - hanno affermato nella lettera - ancora una volta che, mai come adesso, la nostra collettività e, soprattutto, i nostri giovani, stanno scontando un degrado politico ed istituzionale di proporzioni inaudite, aggravato da una crisi di valori e di governo del territorio, oltre che da una pandemia spietata che ne stravolge drammaticamente la dimensione, i contorni ed i contenuti. E mai come adesso assistiamo al triste spettacolo di una dissennata classe politica che si fa cinicamente gioco della disperazione della povera gente e della rassegnazione dei giovani stessi, improvvisando dibattiti su un futuro che non si vede e che, forse e addirittura, non ci sarà mai. Povertà, scarsa eticità e moralità, isolamento culturale, disinteresse politico e becero protagonismo targano oggi più che mai, incontestabilmente, il nostro quotidiano divenire: e il centro-sinistra tutto, con i suoi marchi di fabbrica sbiaditi ed ormai invisi ad una vasta opinione pubblica, colpevolmente ha reso possibile ed addirittura avvalorato tale drammatica circostanza.
Infatti, da anni il Mezzogiorno, e la Calabria in particolare, non è nell’agenda dei governi nazionali».
Inoltre, «in termini strettamente politici ed in relazione al ruolo svolto dai partiti, il Pd calabrese, purtroppo e forse più di ogni altra forza politica regionale, ne porta sulle proprie spalle e sulla propria coscienza le maggiori responsabilità e ne paga le conseguenze, per il fatto di essere stato da sempre, in Calabria, il partito più ramificato sui territori! Per qualche considerevole arco di tempo il più forte anche in termini elettorali. E il dramma maggiore che oggi si rischia di scontare è il fatto che questa crisi epocale, drammaticamente ingigantita dalla peste pandemica, sembra essere, cinicamente, figlia di nessuno, che le colpe della sua crescita esponenziale siano sempre attribuibili agli altri, per cui gli stessi reietti responsabili morali e materiali tentano addirittura di nascondere sotto la sabbia le loro responsabilità ed i misfatti politici di cui si sono macchiati. Le continue sconfitte elettorali amministrative, che da anni il centro sinistra tutto ha subito, sono passate inosservate, mentre avrebbero dovuto, al contrario, porre nel corpo della politica dei partiti questioni esistenziali e di legittimità politica. Questioni di compatibilità di rappresentanza, questioni che attengono all’ etica e alla morale, alla cultura politica ed alla loro stessa dignità istituzionale. E tutto questo deve interessare e coinvolgere anche l’attuale gruppo dirigente del Pd calabrese. Partito "eternamente commissariato" e, anche per questo, senza né anima, né corpo».
Il gruppo dei Democratici e Riformisti calabresi, «di tali questioni, da anni, ne ha fatto il suo manifesto esistenziale. Gruppo che in forza delle sue ragioni tese alla rigenerazione del partito democratico in Calabria, con onorevole responsabilità, sta combattendo una onesta battaglia tesa al recupero della dignità politica di questo sgangherato partito ed alla riconquista della sua credibilità compromessa! Ecco perché è nato questo gruppo, ecco perché esiste e vuole fermamente esistere dentro il Pd. Il desolante spettacolo di una regione divenuta lo zimbello del dibattito nazionale, le preoccupanti proiezioni elettorali dei sondaggisti e l’incertezza del post pandemia accrescono in noi il radicale convincimento che una Calabria che si rispetti “non può esistere senza un Partito democratico, riformista ,autenticamente autonomo, culturalmente attrezzato e , soprattutto, attento ai bisogni ed alle dinamiche sociali”!».
Ecco perché, secondo i Democratici riformisti, «si impone una seria riflessione sul ruolo della sinistra in Calabria ed il Pd si interroghi sul perché è successo tutto questo e quali sono state le ragioni, le colpe e manchevolezze di ciascuno e sui rimedi improcrastinabili da porre immediatamente in essere, al fine di recuperare la credibilità perduta ed il prestigio compromesso. Si ritrovi il coraggio culturale di eliminare la prassi consolidata dentro il partito delle rendite di posizione, poiché “ senza cambiamento e rinnovamento radicale di uomini e di idee, il partito non ha futuro ed il solito velleitarismo di facciata, continuerà a dominare dentro lo stesso partito ed a minarne definitivamente la sua stessa esistenza”».

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