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La Svimez stronca il Recovery plan: «Al Sud meno risorse che al Nord»

L’associazione chiede una profonda revisione del Piano di investimenti. L’appello al Parlamento sottoscritto anche da Fondazione Per: «Nel Mezzogiorno previste soltanto opere di miglioramento»

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Il Recovery plan rappresenta l’ultima possibilità per risollevare l’Italia, ma il Piano di rilancio e resilienza approvato dal governo il 12 gennaio presenta «gravi distorsioni soprattutto in materia di collegamenti ferroviari, porti e logistica, al punto da configurare ancora una volta e per il futuro due diversi sistemi di trasporti, scegliendo per il Sud solo opere di miglioramento e concentrando le più cospicue risorse agli investimenti più innovativi nel Centro-Nord». È la posizione di Svimez e Fondazione Per (Progresso, Europa, Riforme) che hanno sottoscritto un appello congiunto al governo affinché con il Pnrr non si ripeta di nuovo l’errore commesso negli anni ’60 quando «l’Italia fu divisa in due per la scelta di realizzare le autostrade con due modalità e caratteristiche diverse». Svimez e Fondazione Per rilevano che sono «urgenti investimenti nei servizi essenziali, fra i quali le infrastrutture della mobilità» perché in questo campo «l’Italia è davvero duale, avendo le politiche pubbliche passate e fino ad ora, con capitale di tutti gli italiani, deciso la concentrazione degli investimenti più innovativi a Centro-Nord e destinato pochissimi investimenti innovativi nel Sud».

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