«Grazie, ci rivedremo presto». La formula con cui Nicola Irto ha liquidato per tutta la giornata di ieri i suoi interlocutori è la prova che il consigliere regionale del Pd è entrato in campagna elettorale. La riunione che l’ha incoronato candidato a governatore dei dem ha fatto saltare i vecchi rituali, i bizantinismi cui il principale partito del centrosinistra aveva abituato un po’ tutti. L’accelerazione impressa dai vertici calabresi del Pd rischia di rappresentare, allo stesso tempo, un punto di forza e uno di debolezza per Irto. Inutile girarci attorno: il centrosinistra calabrese è ancora un cantiere aperto. E non basta l’indicazione di un profilo autorevole nonostante la giovane età - per la prima volta un under 40 punta alla presidenza della Regione - per poter affermare di aver completato il lavoro. Innanzitutto va definito il perimetro della coalizione ed è quello che vanno ripetendo da giorni i bersaniani di Articolo 1. Irto finora ha incassato il sostegno di tutto il Pd (non un dato scontato) e del movimento “Io resto in Calabria”. Quello di altre forze come Italia viva e Psi arriverà nelle prossime ore. Resta sullo sfondo il nodo principale, legato all’intesa con il Movimento 5 Stelle. L’aria che tira nel quartier generale dei pentastellati non è tranquilla.
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