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Dopo l'inchiesta di Catanzaro il caso Cesa non disorienta l’Udc: fermi nel centrodestra

L’indagine della Dda che ha travolto i centristi costringe a rivedere i progetti di rafforzamento della maggioranza

Lorenzo Cesa

La “bomba” Udc fa vacillare pesantemente le certezze del premier Giuseppe Conte. L’inchiesta condotta dalla Dda di Catanzaro, che vede coinvolto il segretario nazionale (ormai ex) dei centristi Lorenzo Cesa, aumenta i dubbi sulla possibilità che la maggioranza si allarghi in tempi utili a evitare incidenti d’Aula e problemi di agibilità parlamentare. Inutile girarci attorno: il progetto del presidente del Consiglio di dare vita a una quarta gamba della maggioranza, a trazione moderata, ha subito un pesante stop. E in un clima di grande incertezza prendono piede scenari inimmaginabili fino a qualche giorno fa. Compreso quello di un ritorno alle urne se l’operazione “Costruttori” dovesse incagliarsi tra i veti e le incomprensioni delle varie anime dello schieramento giallorosso. Nello scudocrociato ancora frastornato dalla bufera giudiziaria ieri è stato il giorno delle dimissioni ufficiali di Cesa. Tra i senatori centristi, oggetto dei desideri di Conte per puntellare la maggioranza a Palazzo Madama, per il momento, prevale la prudenza.

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