Non si sa ancora se la rivoluzione arancione farà breccia in Calabria, eppure un merito a Luigi de Magistris va già riconosciuto: essere riuscito, con qualche battuta sparsa qua e là, a smuovere le acque stagnanti della politica nostrana. Per adesso siamo alla fase della suggestione, della «sfida affascinante» (ipse dixit), ma chi lo conosce bene assicura che il sindaco di Napoli sta meditando se cimentarsi in un’altra sfida proibitiva. Su un dato tutti concordano: una candidatura a governatore di de Magistris (marito di una donna catanzarese) contribuirebbe a mantenere alta l’attenzione mediatica sulla Calabria. La breve (e sfortunata) parentesi di Jole Santelli ha reso evidente la centralità - spesso per vicende negative - di questa regione nel panorama nazionale. De Magistris avrebbe l’appeal sufficiente per attirare l’attenzione dei media su quanto continua a succedere tra il Pollino e lo Stretto. Certamente, non si può ambire a guidare la Calabria soltanto puntando su puntate televisive e interviste sui quotidiani. Si tratta di un compito gravoso, complesso, che ha bisogno del supporto di una squadra coesa e al tempo stesso dotata dell’esperienza giusta per fronteggiare le tante emergenze in atto.
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