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Coronavirus, Sofo (Lega): "La Calabria chiude non per i contagi ma per l'assenza di strutture"

“La politica locale e nazionale si faccia un esame di coscienza circa quanto sta accadendo alla Calabria in questa crisi Covid. Con il nuovo Dpcm il territorio calabrese rientra infatti tra quelli più a rischio e dunque soggetto alle restrizioni più pesanti. Ciò a causa forse del numero di contagi? No, visto che è una delle regioni in cui il virus si diffonde meno. Bensì per la drammatica carenza di strutture sanitarie". Così l’europarlamentare della Lega Vincenzo Sofo ha commentato la decisione del Governo di inserire nell’ultimo Dpcm la Regione Calabria tra le zone più a rischio Covid.

"Tutto ciò a causa di azioni politiche infauste, commissariamenti inclusi, che nei decenni hanno distrutto il sistema sanitario di questa regione, privando i suoi cittadini di un diritto fondamentale e ora obbligandoli a richiudersi in casa pur non essendo in emergenza. Con il risultato che il tessuto economico e sociale di questa terra ne uscirà ancor più devastato e il suo livello di arretratezza rispetto al resto del Paese ancor più accentuato".

"Visto che il Governo vuole insistere con un commissariamento centrale della gestione sanitaria calabrese, dimostri coerenza e avvii subito un piano di investimenti rapidi per il potenziamento delle strutture sanitarie. Spero che la Regione con il suo presidente facente funzioni Nino Spirlì riesca a fare le giuste pressioni affinché ciò avvenga, dopodiché mi auspico che la politica calabrese si decida ad avere il coraggio di intraprendere un percorso di cambiamento radicale nella gestione della sanità, mettendo in cima ai propri pensieri la salute dei calabresi e non gli interessi clientelari.”

 

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