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Preferenza di genere, il destino della Regione Calabria legato al verdetto del Tar

Il futuro della legislatura calabrese passa dalle aule del Tar Calabria. Ieri a Catanzaro sono stati discussi i due ricorsi al cui esito è legato il futuro del Consiglio regionale. Il più importante riguarda quello sulla mancata applicazione della doppia preferenza di genere. L'illegittimità contestata dai ricorrenti - si tratta di alcuni dirigenti di Sinistra Italiana e Rifondazione Comunista, assistiti dall'avvocata Rossella Barberio - deriverebbe dalla violazione della legge 20/2016 che imponeva alle Regioni di adeguare il proprio sistema elettorale prevedendo appunto la doppia preferenza, di cui una riservata al candidato di sesso diverso.

Sul punto specifico, così come invocato dai legali Oreste Morcavallo e Pino Pitaro, difensori di diversi politici calabresi - tra loro figurava pure il consigliere regionale dem Carlo Guccione, che però nelle ultime ore si è chiamato fuori - che si sono costituiti in giudizio, il presidente del Tar Giancarlo Pennetti ha sollevato l'eccezione della mancata notifica del ricorso a tutti i consiglieri regionali in carica. Tutto ruota attorno alla mancata approvazione di una legge che assicurasse la doppia preferenza di genere. Nella passata legislatura ogni tentativo è caduto nel vuoto a causa dei veti e dalle tattiche dilatorie attuate in Aula dai colonnelli dei partiti di centrodestra e centrosinistra.

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria

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