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Oliverio torna in campo: "La storia della sinistra in Calabria non può essere dispersa"

Mario Oliverio

Mario Oliverio rompe il silenzio e torna in pista presentando la sua Fondazione. Si chiama: “Europa, Mezzogiorno, Mediterraneo”. Sarà lo “strumento” con cui l’ex governatore tenterà d’influenzare la politica calabrese. Oliverio spiega di essere rimasto da parte da dicembre per rispetto delle decisioni assunte dal suo partito.

E dice: «Non sento Zingaretti, né altri dirigenti del Pd da quando a dicembre gli ho scritto per ritirare la mia candidatura per evitare che io fossi visto come un elemento divisivo». Il resto è la storia di un centrosinistra sconfitto alle elezioni e orfano, adesso, anche di Pippo Callipo. Ma proprio sull’imprenditore vibonese prestato alla politica e le sue dimissioni dal consiglio regionale, l’ex presidente glissa.

«Voglio evitare commenti» precisa «sulle sue dimissioni: i cittadini ed i consiglieri hanno tutti gli elementi per fare delle valutazioni. Voglio evitare» aggiunge «di essere tirato dentro in una discussione su questo. Ho le mie idee, ma avremo tempo e modo per discuterne». Oliverio mostra di voler volare alto e puntualizza pure, subito,  di non rincorrere alcuna candidatura.

«Noi ci dobbiamo liberare da un approccio distorto della politica, frutto dell’idea che fare politica significa avere una funzione di potere. Fare politica vuol dire anche assumere iniziative libere dall’esercizio di funzioni di potere e istituzionali come si sta facendo qui». La sua idea è dunque la Fondazione, attivata attraverso tavoli tematici legati alle maggiori esigenze della Calabria: la sanità, l’utilizzo dei fondi comunitari, la metroleggera, il confronto costante con gli amministratori locali.

Poi la freccia avvelenata scoccata, però, con sottile eleganza all’indirizzo del centrosinistra: «Non c’è da parte mia nessuna candidatura a livello istituzionale o politico. C’è, tuttavia, una preoccupazione fortissima, tesa a non dilapidare un patrimonio (quello della sinistra calabrese n.d.r.) e a proiettarlo in un progetto di più ampio respiro» Oliverio, insomma, riscende nell’infuocato agone. Per il momento come presidente di una Fondazione. Il meglio deve ancora venire.

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