Tanti aspiranti sindaci a Reggio e tante liste pronte a scendere in campo ma gestire Palazzo San Giorgio più che onore sembra essere un grosso onere. Finiti tempi delle vacche grasse il problema principale per chi sarà il nuovo sindaco ma anche nel caso di riconferma di Falcomatà sarà quello finanziario. Dopo la pronuncia della Corte Costituzionale sul piano di riequilibrio che deve tornare ad avere validità di 10 anni così come originariamente deliberato dalla commissione straordinaria, tutto sembra essersi fermato. Si attendono ancora notizie da Roma ma il tempo passa e il rischio è che questa situazione di incertezza possa diventare una patata bollente per la prossima amministrazione.
Di certo è che Falcomatà e tutta la sua squadra (almeno ufficialmente) si è sempre dichiarata contraria alla dichiarazione di crac finanziario del Comune. Ma è oggettivo che da anni ci si trascina con alt e bassi e con continue ondate di crisi di liquidità che mettono in bilico l'erogazione dei servizi. Ma una decisione dopo sei anni di amministrazione è da adottare per rispetto della città ma anche per etica politica. Ancora si aspetta l'operazione verità annunciata più volte dal primo cittadino sui conti di Palazzo San Giorgio e quando ormai è alle porte il primo step elettorale, l'argomento sarà sicuramente oggetto di dibattito tra i vari schieramenti.
L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione di Reggio
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