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Norma su doppia preferenza non approvata in Calabria, ricorso al Tar: annullare le elezioni

Un ricorso, pendente davanti al Tar di Catanzaro, potrebbe riscrivere la geografia politica calabrese. Già, perché nell'azione giudiziaria promossa da alcuni elettori, si chiede l'annullamento delle ultime elezioni regionali. Il motivo? In realtà, più di uno (tra questi figura anche l'elevata soglia di sbarramento, fissata all'8 per cento per le coalizioni). Ma è sulla mancata applicazione della legge sulla doppia preferenza di genere che si stanno addensando le preoccupazioni degli addetti ai lavori. L'illegittimità contestata dai ricorrenti deriverebbe dalla violazione della legge 20/2016 che imponeva alle Regioni di adeguare il proprio sistema elettorale prevedendo appunto la doppia preferenza, di cui una riservata al candidato di sesso diverso. Lo stesso problema è stato sollevato in Puglia, dove si voterà a settembre, e già qualcuno ha preannunciato ricorso contro la competizione elettorale. In Calabria tutto ruota attorno alla mancata approvazione di una legge che assicurasse la doppia preferenza di genere.

Nella passata legislatura ogni tentativo è caduto nel vuoto a causa dei veti e delle strategie attuate in Aula dai colonnelli dei partiti di centrodestra e centrosinistra. E così, anche lo scorso 26 gennaio, le elezioni si sono celebrate senza che agli elettori venisse concessa la possibilità di esprimere una doppia preferenza come avviene, invece, in altre realtà. Questo ha determinato, ancora una volta, una presenza femminile molto risicata a Palazzo Campanella. Oltre alla governatrice Jole Santelli, sono risultate elette soltanto altre due donne: Tilde Minasi (Lega) e Flora Sculco (Democratici Progressisti).

L'articolo completo sulla Gazzetta del Sud, edizione Calabria

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