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Il giallo dei tamponi congelati in Calabria diventa un caso politico

La strana “voce” e il mistero dei tamponi. Un messaggio audio riconducibile a un operatore sanitario in servizio nel Cosentino si è trasformato in uno scottante caso... politico. Già perché ascoltato il contenuto della singolare denuncia vocale il parlamentare dei Cinque stelle, Francesco Sapia, componente alla Camera della Commissione Sanità, è partito all’attacco.

Chiedendo l’intervento dei cinque prefetti calabresi, del ministro della Salute e delle Procure della Repubblica dislocate sul territorio regionale. «Secondo il circostanziato audio di un operatore del 118» afferma il parlamentare «in Calabria potrebbero essere stati congelati migliaia di tamponi non processati, con grave pregiudizio per la tutela della salute dei calabresi».

L’onorevole Sapia ha sollecitato pertanto «indagini immediate, anche in considerazione del fatto che - dice - ove ci fossero riscontri, si tratterebbe di un fatto gravissimo, che metterebbe a rischio la popolazione residente in Calabria e dovrebbe obbligare a rivedere le misure di contenimento adottate e adottande a tutela della salute, che nella fattispecie sarebbero fondate su dati non conformi alla realtà». Dunque, se il contenuto dell’audio in questione fosse vero, «sarebbe del tutto falsato il bollettino giornaliero dei contagi comunicato dalla Regione Calabria, che per disposizioni della Protezione civile nazionale sta gestendo l’emergenza sanitaria relativa al Covid-19». Le affermazioni di Sapia hanno subito allarmato l’opinione pubblica e fatto letteralmente impazzire il mondo dei social. La giunta regionale, guidata da

Jole Santelli, ha subito smentito bollando l’iniziativa del deputato come basata su «notizie false e tendenziose, manifestamente infondate e tese a denigrare l’immagine di una regione che, invece, ha risposto brillantemente all’emergenza coronavirus».

Ma quali sono i dati reali? Ecco cosa comunica la Regione: «Ad oggi sono circa 1.500 in tutta la regione i tamponi in corso di lavorazione, così ripartiti: 500 circa presso il Pugliese, 500 all’Asp di Reggio Calabria e 500 presso la Centrale Operativa del 118 dell’Asp di Cosenza. Tutti i campioni risultano custoditi sulla scorta della circolare del Ministero della Salute del 22 gennaio 2020, che prevede la conservazione degli stessi fino a 5 giorni ad una temperatura precisa».

La giunta regionale precisa poi che «i laboratori di microbiologia accreditati dalla Regione stanno processando quotidianamente circa 1.300 tamponi, con una media di 10.000 a settimana. Finora risultano processati oltre 45.000 tamponi. L’importante numero di rientri dalle altre Regioni, avvenuti nella scorsa settimana, ha comportato un impegno ulteriore dei laboratori che riusciranno a garantire, comunque, il rispetto dei tempi previsti dalla circolare ministeriale». Morale della favola – per dirla con Esopo – : devono essere ancora “processati” 1500 tamponi. I test sono conservati secondo gli standard ministeriali e l’accumulazione è dovuta allo screening compiuto su centinaia di persone tornate in Calabria negli ultimi giorni. Una ultima annotazione e una domanda legittima.

Il commissario dell’Asp di Cosenza, Giuseppe Zuccatelli, ha smentito le affermazioni del parlamentare Francesco Sapia. Chiarendo in una intervista televisiva che nei locali del 118 di Cosenza erano presenti fino a ieri «250 tamponi da processare». Un dato poi smentito, come abbiamo visto, dalla Regione Calabria che ha confermato la presenza di 500 tamponi da “esaminare” in provincia di Cosenza. A dire il vero, e secondo nostre fonti, fino alle 14 di ieri erano 700. Legittimo chiedersi senza voler fare sterile polemica: qual è il numero reale?

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